Sulmona. Folla commossa nella chiesa di Santa Maria della Tomba, a Sulmona, per l’ultimo saluto a Giudo Conti. “Siamo in tanti perché eri un esempio di rettitudine e amore per la natura: qui c’è tutta Sulmona che vuole manifestarti affetto e riconoscenza”, ha detto nell’omelia don Maurizio Nannarone. Tra i banchi della chiesa i vertici dei carabinieri con in testa il comandante interregionale della Ogaden, generale Giovanni Nistri, l’ex procuratore capo dell’Aquila, Fausto Cardella, il capo della Procura di Sulmona, Giuseppe Bellelli, il suo collega di Vasto, Giampiero Di Florio, il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, la senatrice Paola Pelino, il presidente del Tribunale di Sulmona, Giorgio Di Benedetto, l’ex presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, l’attuale questore di Pescara, Francesco Misiti, e il suo predecessore, Paolo Passamonti. Alle esequie anche l’ex comandante provinciale dei Cc di Pescara, Paolo Piccinelli, che con Conti ha condiviso un periodo in Umbria, e l’ex capo della Mobile di Pescara, Nicola Zupo. “Siamo tutti qui perché nel tuo excursus di funzionario dello Stato hai messo la passione per la natura e la legalità, perché in te era presente la consapevolezza del perché si fa la scelta di servire lo Stato: sei stato un vero custode del bene comune”, le parole del generale Nistri. “Sei stato un integerrimo ufficiale”, ha concluso. Un tratto fondante del suo carattere che Guido Conti ha riversato anche nelle vicende legate alla tragedia di Rigopiano, per lui “un cruccio”, scriveva in una delle due lettere indirizzate ai familiari. Quella tragedia e quei 29 morti alla fine del suo percorso professionale (il passaggio dai forestali ai Carabinieri come comandante a Perugia, poi la pensione e, infine, un incarico di alto profilo alla compagnia petrolifera Total) per lui erano diventati quasi un’ossessione. Sua la firma sotto due paginette di un documento dove aveva segnato le prescrizioni per la realizzazione della piscina dell’hotel, tutte al massimo rigore. Piscina rimasta in piedi e senza vittime. “Guido Conti non mi ha mai parlato delle problematiche di Rigopiano. Non l’ho mai visto depresso, piuttosto pieno di entusiasmo per il nuovo lavoro che stava iniziando”, dice di lui il procuratore della Repubblica di Perugia Luigi De Ficchy.
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