L’Aquila. “Caro Luciano… sono al fronte. Qui è tosta! Non proprio comodo”. Cosí il premier Matteo Renzi al governatore Luciano D’Alfonso e alla platea. Presenti tra gli altri il vicepresidente del Vsm Giovanni Legnini, la senatrice Stefania Pezzopane, i consiglieri regionali Lolli, Berardinetti e Pietrucci, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, l’arcivescovo Monsignor Giuseppe Petrocchi, la sottosegretaria con delega alla ricostruzione post sisma Paola De Micheli, il vicepresidente della regione abruzzo Giuseppe Di Pangrazio, alcuni sindaci abruzzesi e Marsicani tra i quali il primo cittadino di Avezzano Gianni Di Pangrazio. “Ho detto che venivo all’Aquila dopo che il quadro era chiaro. Ora le garanzie sui fondi ci sono. Continueremo a battagliare con la unione europea sulla questione della restituzione delle tasse”. E qui scatta l’applauso dei sindaci. “Da qui ad un anno” continua Renzi “verificheremo sistematicamente l’avanzamento cantieri e torno per verificare passo dopo passo la situazione economica della prova. I numeri sull’Aquila mi preoccupano soprattutto sulla cassaintegrazione. Sono appassionato di comunicazione, ma credo che in questa fase bisogna e si può diventare attivi. No a comparsate, no ad annunci shock o mediatici, sì a soluzioni di merito con discussioni aperte. I denari ora ci sono bisogna fare di cassa. Preoccupiamoci di far partire tanti cantieri ma farli”. Queste le dichiarazioni di Matteo Renzi durante questo tanto atteso quanto blindato e contestato summit aquilano. E sui tafferugli e le contestazioni Renzi afferma: “Esprimere il proprio dissenso è legittimo, ma noi siamo venuti a L’Aquila per un incontro istituzionale alla cui base c’erano tutta una serie di problematiche connesse alla ricostruzione della città devastata dal sisma del 6 aprile 2009. Mi è parso di capire che a fomentare il disordine non siano stati tanto gli aquilani quanto piuttosto manifestanti venuti da fuori, tra cui diversi componenti del comitato ‘Ombrina mare’ e anche qualche gratuito facinoroso”. le contestazioni non sono mancate anche durante l’incontro nella sede del Gran Sasso Sciencie Institute, dove è andato in onda anche una sorta di siparietto. E’ infatti accaduto che ad un consigliere comunale dell’Aquila, Ettore Di Cesare, del movimento civico ‘Appello per L’Aquila che vogliamo’,stava per essere allontanato dalla sala, ma a quel punto Renzi, accortosi di quanto accaduto e avendo saputo chi fosse, lo ha invece richiamato invitandolo a restare. “Stia pure tranquillo” ha detto il premier rivolgendosi al consigliere comunale “questo è un luogo di confronto, non diamo manganellate”.
“La tua visita a L’Aquila, dopo esserti mosso in lungo e largo, rappresenta per la città uno straordinario dono”. Lo ha detto il governatore Luciano D’Alfonso rivolgendosi al presidente del Consiglio, Matteo Renzi. “Questa doveva essere una giornata di lavoro, non dico che non lo sia stata ma i tafferugli hanno un pò cambiato i programmi. L’Aquila, così come i comuni del cratere sismico oggi dispongono di 6 miliardi di euro per i lavori di ricostruzione. Per quanto riguarda le periferie è stato fatto un buon lavoro, sono stati bravissimi, ma ora inizia la fase due quella della riedificazione dell’intero centro storico che con la sottosegretaria De Micheli troverà di certo un punto saldo di riferimento”. Il governatore ha quindi fatto notare al premier che ora “occorre una legge organica per la semplificazione e per l’organizzazione. Per evitare, cioè, possibili blocchi nei lavori. Una legge, quindi, che consenta la permanenza del personale amministrativo, non ad intermittenza tale da consentire che la macchina non subisca improvvisi fermi”. Stando ai dati forniti dal governatore a L’Aquila ci sono 9.361 imprese attive, con oltre 20 mila studenti universitari. Un accenno e’ tornato a farlo anche sul tema della restituzione delle tasse chiesta dalla Unione europea. “Un pugno nello stomaco”, così l’ha definita il presidente. “Se ci fossi stato tu” ha concluso rivolgendosi ancora a Renzi “tutto questo non sarebbe successo. Sembra quasi un dispetto. Parliamo di 150 milioni di euro da restituire che non possono gravare sull’economia di questa regione”. D’Alfonso richiama l’Aquila come città di cultura, con ancora migliaia di studenti che si impegnano in questa città per il loro futuro. Un capoluogo di montagna che deve essere collegato in modo migliore con il “capoluogo” di mare dell’Abruzzo.
“Abbiamo chiesto a Matteo Renzi di mantenere alta l’attenzione su L’Aquila e il cratere, proseguendo il percorso già avviato con i 6 miliardi stanziati dalla Legge di Stabilità, i provvedimenti adottati con il decreto Enti territoriali, lo stanziamento del 4% delle risorse per la ricostruzione da destinare alle attività produttive, le proroghe del personale precario legato alla ricostruzione”. Queste le dichiarazioni della senatrice Stefania Pezzopane “Il governo ha stanziato risorse importanti. Ci sono tuttavia ancora dei passaggi da compiere e nodi da sciogliere, come la restituzione delle tasse per le imprese del territorio e norme più stringenti per la trasparenza. Insisterò sulla white list e sulle mini gare. La visita del premier oggi ci conferma che L’Aquila e il cratere sono nell’agenda politica del governo. Quanto alle proteste ” conclude “che hanno impedito a Renzi di visitare il centro storico sono l’espressione di chi cercava solo visibilità, infischiandosene dell’Aquila e della ricostruzione”.
Sono quattro, in tutto, le persone rimaste ferite nei tafferugli scoppiati a L’Aquila fra i manifestanti e le forze dell’ordine. In particolare a San Bernardino, dove avrebbe dovuto svolgersi l’incontro istituzionale nel ristrutturato palazzo Fibbioni, una poliziotta ha riportato un trauma al setto nasale mentre un contestatore, pare ubriaco, ha accusato un malore ed è svenuto. Quando poi il corteo si è spostato alla Villa Comunale, altri due manifestanti hanno riportato leggere contusioni a seguito di una carica fatta dal cordone di sicurezza costretto a rispondere ad un tentativo di sfondamento con il lancio di sanpietrini avvenuto proprio mentre Renzi giungeva al Gran Sasso Science Institute. I quattro sono stati condotti all’ospedale San Salvatore. Quando, dopo il suo intervento, il premier ha lasciato l’istituto di alta formazione, polizia, carabinieri e vigili urbani, presenti anche agenti della polizia penitenziaria e della forestale, hanno tenuto tutti a debita distanza evitando, così, anche ai giornalisti di poterlo avvicinare per fargli qualche domanda. Il presidente del della provincia dell’Aquila, Antonio de Crescentiis, è andato a togliere il megafono ad un cittadino che protestava contro l’installazione del metanodotto e della centrale Slam. L’uomo ha ripreso il megafono e ha ricominciato ad urlare “Camerieri di Renzi” mentre altri hanno ripreso a lanciare uova, senza però colpire nessuno. Intanto dalla questura fanno sapere che si sta provvedendo all’identificazione dei soggetti facinorosi grazie anche a riprese video. (f.dm., r. c.m, d.r.)