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Noi Ombrina non la vogliamo: presidio al Ministero del Lavoro e dell’Economia

Redazione Centrale di Redazione Centrale
15 Ottobre 2015
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L’Aquila. “Noi Ombrina non la vogliamo”, gridavano ieri mattina quasi cinquecento manifestanti, davanti al Ministero dell’Economia e del Lavoro. Il progetto delle ormai celebri “trivelle dell’Adriatico” ha visto l’opposizione di tante forze sociali, che partono dalla popolazione, fino a coinvolgere molte figure istituzionali, sindaci, consiglieri comunali e regionali, tra cui il Sottosegretario Regionale all’Ambiente, Mario Mazzocca. Dopo tante proteste e manifestazioni, ecco il giorno fatidico, il quattordici ottobre, in cui la Conferenza dei Servizi avrebbe dovuto approvare definitivamente il piano. Tuttavia la tensione crescente e qualche breve tafferuglio fuori al Ministero hanno fatto pensare bene ad un rinvio tecnico, di tre settimane. Hanno manifestato infatti cittadini e politici non solo del comitato abruzzese “No Ombrina”, ma anche provenienti da Marche, Molise, Lazio e Campania. “In un clima anti-democratico, con i sindaci che non hanno potuto avvalersi di tecnici ed avvocati come avrebbero voluto, con i cittadini, consiglieri regionali e deputati dell’opposizione tenuti fuori dai luoghi delle decisioni che riguardano i territori in cui abitano, vi è stato un mero rinvio tecnico di alcune settimane”, scrive il comitato in un comunicato, ed esorta la Regione ad approvare un progetto da tempo in cantiere: l’istituzione del Parco Marino dei Trabocchi del Chietino, considerato l’unico vero modello di sostenibilità e sviluppo del territorio. Per il rinvio della decisione, cruciale è stata la pubblicazione della legge regionale n. 29 “Provvedimenti urgenti per la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema della costa abruzzese”, che introduce il divieto delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi entro il limite delle 12 miglia marine dalle coste abruzzesi. “Una pausa di riflessione tanto opportuna quanto ineludibile. Un piccolo tassello nel quadro della strategia anti-trivelle che l’Abruzzo, unitamente ad altre 9 Regioni, ha decisamente adottato e recentemente consolidato con la sottoscrizione dei quesiti referendari depositati il 30 settembre scorso”, è il commento di un soddisfatto Mario Mazzocca, l’unico ammesso alla riunione di ieri. Ma la battaglia, per il momento, è solo rinviata. d.r.

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