Sulmona. “Persona che per preparazione, vocazione e passione andrebbe immediatamente messa nelle condizioni di vivere questa esperienza. Ha chiesto di farlo gratuitamente e con il desiderio di renderlo percorso evolutivo nell’ambito del diritto anche di tutti gli operatori penitenziari.
Molto vicino anche alle dinamiche che hanno caratterizzato e tuttora lo sta facendo il vissuto dei tanti operatori, questa persona ha sempre dimostrato attenzione per il diritto di tutti, siano essi detenuti che addetti del settore compresi i poliziotti penitenziari sempre più bersaglio mobile di un sistema che da diversi anni a questa parte sta facendo acqua da tutte le parti e che con molta fatica si sta cercando di riportare in condizioni di umana accettabilità ”.
È tornando su queste parole che descrivono le caratteristiche del professore Gianmarco Cifaldi, docente dell’università “G.D’Annunzio” che il componente della segreteria confederale CST UIL Adriatica Gran Sasso Mauro Nardella rilancia l’ipotesi di una possibile elezione, a breve, del garante dei detenuti per la Regione Abruzzo.
Riprendendo alcuni passi elencati in una lettera indirizzata all’allora presidente della Regione Luciano D’Alfonso, Nardella ribadisce quanto Cifaldi sia persona dotata di innate qualità umane e con il quale ho avuto l’onore di condividere esperienze professionali di elevato spessore culturale. Fare la scelta di eleggerlo, cosa che mi auguro avvenga, sono convinto permetterà a ciascuno di ritrovarsi, un giorno,a gestire l’emozione di aver fatto cosa giusta”.
Martedì prossimo ci potrebbe essere (il condizionale è d’obbligo) la fumata bianca per quella che per legge è divenuta figura obbligata nello scenario penitenziario italiano e quindi anche abruzzese.
La delicata situazione fatta di sovraffollamento, continue aggressioni nei confronti del personale di polizia penitenziaria, strutture fatiscenti ed esigenza di maggiore attenzione da parte delle istituzioni locali (basta guardare lo stato in cui versano i territori nei quali insistono gli istituti di pena abruzzesi quali ad esempio le infrastrutture stradali che collegano l’istituto di Teramo e lo stato di degrado che attualmente affligge quello di Sulmona che addirittura vuole cancellare la corsa degli autobus che conducono al carcere e dal carcere consente di raggiungere ad esempio la stazione ferroviaria distante diversi chilometri dal penitenziario locale) e nella quale è venuta a ricadere la questione penitenziaria non può essere sottaciuta neanche da chi sarà preposto a garanzia dei diritti dei detenuti” continua Nardella. Ora la palla passa al consiglio regionale. Chissà che martedì non sorprenda tutti?