L’Aquila. La mostra “Luciano Ventrone. Il pittore dell’iperbole” a cura di Vittorio Sgarbi, sarà allestita dal 16 maggio presso le sale del Castellare di Palazzo Ducale, e aprirà la stagione culturale 2021 a Urbino.
La mostra rende omaggio ad un grande artista contemporaneo, denominato il “Caravaggio del XX Secolo” e famoso per le sue nature morte iperrealistiche. La mostra che si celebrerà a poche settimane dalla sua scomparsa, avvenuta a metà aprile nella sua casa-studio di Collelongo, in provincia dell’Aquila, in circostanze a dir poco tragiche: per l’esplosione della bombola per l’ossigenoterapia, utilizzata per problemi respiratori.
Esposte 45 opere di Luciano Ventrone, grande maestro dal virtuosismo eccezionale che per “ricostruire” scompone le forme. Con una tecnica che astrae il soggetto dalla sua fotografia, lo priva del suo essere materia per farlo vivere solo attraverso la luce.
Lavorando direttamente sulla fotografia, Ventrone coglie quei dettagli non visibili all’occhio umano e che meravigliano sempre lo spettatore. Uno degli artisti italiani maggiormente conosciuti a livello internazionale, ha esposto nei più importanti musei e gallerie, da Roma a Milano, da Londra a Singapore, da New York a Mosca e San Pietroburgo ma che alla fine aveva scelto di vivere nei colori d’Abruzzo.
Nelle sue opere crea mondi suggestivi, carichi di vissuto e di emozione. La scelta dei soggetti lo lega a grandi pittori del passato più che del presente, tuttavia la sua attenzione per l’applicazione della pittura, il suo trattamento del colore e della luce lo pongono tra i contemporanei.
“Luciano Ventrone è”, spiega il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi, “un artista contemporaneo che realizza opere che le persone vengono a vedere perché vogliono meravigliarsi. Ha saputo affermarsi come grande maestro nella figurazione, con un virtuosismo eccezionale. L’artista sembra cercare un assoluto, una essenza, che, nell’opera, accresce la realtà, non si limita a riprodurla. È di più. Ventrone è il pittore dell’iperbole. E iperboliche, esagerate, barocche appunto, sono le sue opere, piuttosto che iperrealistiche. Una grande illusione”. L’artista aveva aderito al progetto espositivo, ma non ha potuto vederlo realizzato.