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Wwf Abruzzo: il 2014? Anno horribilis. Chiuso nel peggiore dei modi con sentenza Bussi

Redazione Centrale di Redazione Centrale
30 Dicembre 2014
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Pescara. Discarica Bussi:ISS choc,acqua contaminata per 700mila“Non è stato un anno facile per l’ambiente abruzzese: dal disastro di Bussi sul Tirino al rischio idrogeologico, dal bracconaggio allo stato pietoso dei corsi d’acqua, si sono confermate, in alcuni casi aggravandosi, tutte le problematiche ambientali che da anni colpiscono il nostro territorio”. Così il Wwf, nel tracciare un bilancio sulla situazione dell’ambiente abruzzese nel 2014, sottolinea che “l’Abruzzo è una delle regioni italiane ed europee con la più alta biodiversità, ma questo patrimonio è messo in pericolo da scelte sbagliate”. A fare il punto della situazione, nel corso di una conferenza stampa, sono stati il delegato regionale per l’Abruzzo del Wwf, Luciano Di Tizio, e il consigliere nazionale del Wwf Italia Dante Caserta, i quali hanno sottolineato che “è stato un anno veramente impegnativo. I nostri volontari sul territorio, nelle Oasi e nei Centri di Educazione Ambientale, le nostre guardie, i nostri avvocati sono intervenuti in tutti i settori ed a tutti i livelli per difendere lo straordinario ambiente abruzzese. Tanto si è riuscito a fare, ma resta ancora tantissimo da realizzare”. Un anno, il 2014, che “si è chiuso nel peggiore dei modi: la sentenza di assoluzione al processo davanti alla Corte di Assise di Chieti per la discarica di Bussi è stato un vero e proprio schiaffo agli abruzzesi. E’ vergognoso – hanno detto – che un danno ambientale stimato in 8,5 miliardi di euro, 3 anni di indagini, 6 di processo, 68 udienze, 18 diversi giudici tra GUP, Tribunale, Corte di Assise, Corte di Cassazione e 22 ordinanze, si siano tradotti in un nulla di fatto. L’inquinamento di decenni e la somministrazione a centinaia di migliaia di persone di acqua che non poteva essere distribuita non possono restare senza responsabilità. Resta il dato più grave: a più di 7 anni non è stata ancora avviata la bonifica”. Per quanto riguarda la petrolizzazione, Ombrina mare è “solo la punta di un iceberg. E’ necessario – hanno evidenziato Di Tizio e Caserta – che il Governo regionale, di concerto con le altre Regioni interessate, ponga la questione a livello di pianificazione nazionale e spinga per una politica energetica verso il risparmio, la messa in efficienza e le fonti rinnovabili”. Nel corso dell’incontro i due esponenti del Wwf hanno ripercorso tappe e criticità dell’ambiente abruzzese nell’anno che si sta per concludere. Come, ad esempio, la questione parchi e riserve, da quello della Costa teatina che, dopo una “svolta”, ha bisogno di “fatti”, alla “vergognosa situazione in cui si trovano i tre parchi nazionali, tutti privi da anni dei consigli direttivi” fino alle aree protette regionali “a rischio paralisi”. C’è poi il problema dei fiumi: “L’obiettivo fissato dall’Unione Europea di raggiungere lo stato ecologico ‘buono’ in tutti i fiumi abruzzesi entro il 2015 – hanno ricordato – appare ormai irraggiungibile”. A questo si aggiunge il tema del consumo del suolo e, in tal senso, gli ambientalisti tornano a chiedere che “si preveda per legge, tra l’altro, il divieto assoluto e immediato di costruire in zone a rischio idrogeologico e lungo le sponde de fiumi”. Nel ricordare la vicenda dei sette capodogli che si sono spiaggiati a Vasto (Chieti) a settembre, “campanello d’allarme per il nostro mare”, Di Tizio e Caserta hanno evidenziato come l’Abruzzo sia una regione senza pianificazione, in materia di rifiuti, di cave, di caccia, di energia e di tutela delle acque. Bisogna pianificare attraverso la partecipazione di tutti – hanno detto – e non dei singoli gruppi di potere interessati a questo o quell’altro settore”. “Un dato sicuramente positivo è la crescita dell’impegno degli abruzzesi in difesa del loro ambiente. Sono ormai moltissime le vertenze ambientali aperte nella nostra regione. Alle associazioni ambientaliste storiche si affiancano realtà locali che nascono e si sviluppano spontaneamente. Questa – ha concluso Caserta – è la dimostrazione che è cresciuta la coscienza ambientale in Abruzzo come nel resto del Paese”.

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