L’Aquila. Gli interventi sulle infrastrutture viarie abruzzesi che insistono sul tracciato autostradale rientreranno per buona parte tra gli investimenti del fondo complementare del Pnrr. Lo evidenzia Osservatorio Abruzzo, progetto di Fondazione Openpolis, Etipublica, Fondazione Hubruzzo, Gran Sasso Science Institute e StartingUp. Le misure previste dal fondo complementare al Pnrr in termini di viabilità sono diverse.
Le riforme del Pnrr vanno ad intervenire principalmente su opere di ingegneria piuttosto che sul manto stradale. L’obiettivo è probabilmente evitare che si ripetano altre tragedie come quella del ponte Morandi di Genova. Due investimenti riguardano l’introduzione di un sistema di monitoraggio dinamico per controlli da remoto e interventi di messa in sicurezza di ponti, viadotti, tunnel e cavalcavia. Il primo – da 450 milioni – riguarda l’attuazione di un sistema integrato di censimento, classificazione e gestione dei rischi per 12mila opere esistenti nel sistema viario nazionale. “Dalla documentazione disponibile – rende noto Osservatorio Abruzzo – non sembrano essere finora previste risorse per l’Abruzzo per questa misura. Come del resto emerge anche dall’apposita sezione del Mims sulla territorializzazione dei fondi”. Il secondo intervento di questo tipo, invece, riguarda molto più da vicino la regione. In questo caso infatti ad essere oggetto specifico di
finanziamento sono quelle infrastrutture che insistono sul tracciato delle autostrade A/24 (Roma – L’Aquila – Teramo) e A/25 (Roma – Pescara). Le somme stanziate in questo caso ammontano a 1 miliardo di euro a livello nazionale. Dato che tali arterie attraversano due regioni e diverse province, non è possibile individuare in maniera puntuale la ripartizione territoriale di questo tipo di interventi. “Tuttavia – rende noto l’Osservatorio – è ipotizzabile che una parte significativa di queste risorse riguarderà l’Abruzzo: tra gli interventi è infatti previsto
anche l’adeguamento ed efficientamento energetico del sistema impiantistico del traforo del Gran Sasso”