Covid, la variante Delta dilaga in tutta Europa. Ma i vaccini funzionano? Sì, “ma dobbiamo essere certi che si faccia anche la seconda dose”. Lo afferma Emer Cooke, direttrice dell’Ema secondo cui “la variante Delta sarà sempre più importante”, in termini di diffusione, ribadendo la fiducia nei vaccini come strumento di protezione. “I quattro vaccini che abbiamo autorizzato, vale a dire Pfizer BioNTech, Moderna, Astrazeneca e Johnson&Johnson sono tutti e quattro sicuri e efficaci”, ha aggiunto la direttrice dell’Ema. Ecco perché la variante Delta è la più infettiva di tutte (per ora). Qualche dubbio si pone sul vaccino Johnson&Johnson perché è una sola dose.
I sintomi. La variante Delta è più furba del virus originario. I sintomi possono ingannare. A volte si ha solo un po’ di tosse, o mal di testa, oppure il naso che cola. Così si manifesta la tanto temuta variante Delta del Coronavirus che sta allarmando il Regno Unito, dove il 90% dei nuovi positivi sono infettati da questa mutazione del Sars Cov-2, e ora anche l’Italia e la Lombardia, dove sono stati registrati almeno 81 casi. I sintomi più diffusi della variante – incrocio tra quella indiana e quella inglese – sono mal di testa, tosse e naso che cola, attesta uno studio inglese dove la variante è più diffusa.
“Con la seconda dose riusciamo ad avere una protezione”, ha ribadito il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri intervistato da “Radio Anch’io” su Rai Radio 1. “I contagi riguardano prevalentemente coloro che non sono vaccinati o coloro che hanno ricevuto solamente la prima dose.
“Coloro che ricevono la seconda dose e che prendono il virus, nella peggiore delle ipotesi, non sviluppano la malattia grave che poi ti porta in terapia intensiva. O meglio, le chances di avere una malattia grave che ti porta in terapia intensiva, sono estremamente basse”. Sileri ha sottolineato gli sforzi dell’industria nell’aggiornare i vaccini: “In futuro potremmo avere anche un pan-vaccino che copra tutte le varianti”, ha detto.
Resistenza ai vaccini. Solo una persona su mille, anche se vaccinata con doppia dose, finisce in ospedale. Una delle maggiori fonti di preoccupazione è infatti la maggiore resistenza della Delta ai vaccini. In Inghilterra, tanto per citare qualche numero, a fine maggio erano stati accertati 5.599 casi di variante indiana B.1.617.1 e di questi 936 avevano già ricevuto la prima dose di vaccinazione e 117 addirittura 2 dosi. Non solo, tra i 201 ricoverati si contavano 45 erano vaccinati da 21 giorni con una dose e 5 con doppia dose. I dati ovviamente non sono migliorati. A Milano, invece, nel focolaio individuato in una palestra spiccava il caso dell’operatore sanitario contagiato dalla Delta che aveva già concluso l’intero ciclo vaccinale.