Chieti. E’ un botta e risposta quello che si è consumato fra ieri e oggi, sulle pagine del quotidiano “Il Centro”, quello tra il prefetto di Cheti Armando Forgione, che presiede il tavolo settimanale interistituzionale “Salus et spes”, dedicato alla gestione della pandemia sul territorio, e la politica, che Forgione ha bacchettato a proposito delle polemiche che hanno scandito la campagna vaccinale, come nel caso delle file e delle attese che a volte si creano quando al pala Uda di Chieti, hub vaccinale del capoluogo teatino. Forgione, che su “Il Centro parla di “delusione e rabbia” per le polemiche sulla campagna di vaccinazione in provincia di Chieti, ha accusato la politica di fare “chiacchiere pretestuose” .
“Fare una polemica politica pretestuosa in un momento in cui le cose stanno andando bene mi sembra grave” – ha detto Forgione. E poi il richiamo a un’immagine forte: “Questi signori che parlano, non li ho visti darsi da fare e scendere nella mischia. Pontificare da sopra un balcone lo faceva qualcuno che per fortuna nostra non c’è più. Vorrei che invece di pontificare, ci dessero una mano, visto che abbiamo bisogno di volontari, invece di fare dichiarazioni l’uno contro l’altro, invitando dimettersi l’uno a l’altro”. La risposta della politica è arrivata a stretto giro: “”e parole del Prefetto sono gravi visto il ruolo ricoperto – dice il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci, secondo il quale “la questione principale è il grave disservizio al Pala Ud’A e centinaia di cittadini ingiustamente in coda. La situazione di Chieti è chiarissima e mi spiace che si sia creato questo corto circuito istituzionale, che leggo nelle parole pronunciate. Non ci si può arrabbiare con la politica, soprattutto quella che ha una funzione di opposizione con un mandato chiaro dei cittadini nella sua funzione di controllo, se dice ciò che non va, né con i sindaci se chiedono di essere maggiormente coinvolt”.
Dice Sara Marcozzi, capogruppo M5S alla Regione: “Paragonare a Benito Mussolini chi legittimamente denuncia oggettivi disagi e malfunzionamenti e ne chiede la pronta risoluzione ci appare grottesco”. E, aggiunge: “Ci chiediamo a chi siano rivolte, le dichiarazioni dettate da delusione e rabbia del prefetto, e alla sua delusione rispondiamo con il nostro disappunto nel constatare che i tanti disagi vissuti a Cheti non si verificano nella vicina Pescara, dove la macchina dell’organizzazione della campagna vaccinale procede spedita e senza intoppi. Su una cosa- conclude Marcozzi – siamo d’accordo con il prefetto: per fortuna chi pontifica dal balcone on c’è più e non ci sono più neanche i suoi podestà”.