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Vacanze 2021, effettiva ripresa ma con criticità: budget ridotti e soggiorni più brevi

Luisiana Di Federico di Luisiana Di Federico
12 Settembre 2021
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Pescara. Fughe d’estate realizzate, seppur con qualche corrente avversa legata alla pandemia. In vacanza sì, ma tutti concentrati nello stesso periodo e nei medesimi luoghi, con budget ridotti e soggiorni più brevi. Emerge dai dati dell’Osservatorio ConfturismoConfcommercio sulla fiducia dei viaggiatori italiani secondo cui ci sono stati segnali di ripresa estivi, ma restano forti criticità e il recupero rispetto al pre-Covid resta ancora molto lontano. Dei 25 milioni di italiani che, normalmente, partono tra giugno e settembre, 4,5 milioni non lo hanno fatto e non lo faranno. Degli altri 20,5 milioni, il 71% ha fatto almeno una vacanza di 5 notti o più, mentre il 18% si è concesso solo uno o più soggiorni più brevi, sempre con pernottamento: il 5% si è invece limitato ad escursioni giornaliere, mentre il 6% punta su settembre, ma ancora non è certo di partire. Fortemente negativa la concentrazione temporale delle scelte di viaggio, che mette in crisi tutti gli sforzi compiuti in passato per destagionalizzare i flussi: il 51% delle partenze tra la seconda metà di luglio e agosto. Male giugno, scelto solo dall’8%, e la prima metà di luglio, mentre settembre sembrerebbe resistere, con un 12% totale.

Concentratissime anche le preferenze di destinazione, con le mete balneari al 64% e a seguire – con un divario che sembra incolmabile – la montagna al 18% e le città d’arte, che non si schiodano dal 9%. Un panorama che influisce negativamente anche sulla percezione del costo della vacanza, giudicata esplicitamente come elemento critico di quest’estate dal 2% degli intervistati, che dichiara di avere speso più di quanto intendeva. Molti gli italiani che rispondono di avere dedicato quest’anno alle vacanze un budget inferiore che in passato: il 14% rispetto al 2020 e addirittura il 30% rispetto al 2019. Timidi segnali positivi per i viaggi all’estero: le destinazioni d’oltralpe sono state scelte dal 14% degli intervistati, concentrati pressoché esclusivamente su Grecia, Spagna e Francia. Il successo italiano di quest’estate è invece, senza dubbio, la Puglia. In questo quadro continuano a mancare i grandi flussi di origine estera. Al netto di fenomeni di prossimità, come quelli che – per esempio – hanno riportato buona parte dei turisti di lingua tedesca sulle spiagge di Veneto e Friuli, e di un contenuto segnale positivo dato dagli Europei, di intercontinentali se ne vedono ancora pochissimi.

“Assieme alla piccola ripresa di agosto e forse di settembre dobbiamo ricordare però che giugno è stato un totale disastro, luglio è stato faticoso” dice all’ANSA il presidente di Confturismo Confcommercio Luca Patanè. “Inoltre quando è venuta fuori la variante Delta dopo i campionati europei e i giornali ne hanno parlato, paventando un grande rialzo di contagi e morti”, ricorda, “si è scatenata la cancellazione delle prenotazioni. Poi i migliaia di casi non ci sono stati e c’è stato solo il danno per il turismo”. Patanè sottolinea “il totale disastro” delle città d’arte: “Vivono di turisti stranieri e uno-due mesi non possono certo ripagare un’intera stagione. Nelle città d’arte va male da quando c’è il Covid e cioè da marzo 2020. Questo sta prostrando la nostra industria, ha messo in ginocchio agenzie di viaggio e tour operator”. Patanè parla anche della diversità di comportamento degli altri Paesi: “Sulle mete estere”, sottolinea, “gli agenti non hanno nulla da vendere, perché sono stati chiusi i corridoi sanitari. Abbiamo un ministero della Salute che blocca continuamente, mentre dall’estero vanno sia sull’intercontinentale sia sugli altri Paesi in maniera molto più semplice e aperta, stiamo perdendo tante posizioni sull’industria turistica e le mete estere”.

Tags: coronavirus
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