L’Aquila. “L’Aquila avrà sempre la mano tesa verso quelle popolazioni che da un giorno all’altro si sono ritrovate per strada, senza una casa. Lo dobbiamo a chi soffre, ma anche a noi stessi, alla nostra storia”.
Così il vice sindaco Raffaele Daniele a un mese dallo scoppio della guerra in Ucraina, che ha riversato in Italia e in Abruzzo un gran numero di profughi in fuga dalle città bombardate.
Nel capoluogo abruzzese e sul territorio aquilano i profughi sono arrivati prima delle linee guida e delle convenzioni relative all’accoglienza, ma i Comuni non sono rimasti a guardare: “Quando si tratta di dare un rifugio a donne e bambini che fuggono dalla guerra”, sottolinea il vice Sindaco, “non c’è burocrazia che tenga e le amministrazioni comunali del territorio, a cominciare dall’Aquila, si sono attivate fin da subito, anche mettendo a disposizione fondi propri. Ci sono momenti in cui le singole convenienze devono essere accantonate per lasciare spazio agli slanci di umanità, come è avvenuto sia a livello istituzionale che dai cittadini che si sono prodigati per raccogliere beni di prima necessità”.
“A un mese dallo scoppio della guerra”, conclude il vice Sindaco Raffaele Daniele, “non possiamo che augurarci l’immediata fine delle ostilità, rimanendo con le braccia aperte nei confronti di chi ha bisogno. Gli aquilani conoscono il valore dell’accoglienza e dell’aiuto, insieme al dramma di rimanere senza una casa. Nell’imminenza del terremoto 2009, la foto di una madre ferita e della sua bambina divenne simbolo di quella tragedia. Dopo dieci anni quella bimba, Sara Luce, era Dama della Bolla alla Perdonanza Celestiniana. È questa la dote di speranza che oggi la nostra Città può portare in dono alla popolazione ucraina, con l’augurio che l’orrore della guerra finisca presto. Nel frattempo, L’Aquila sarà anche il nome della loro casa”.