AbruzzoLive
No Result
View All Result
INVIA ARTICOLO
AbruzzoLive
No Result
View All Result
AbruzzoLive
No Result
View All Result

Un impianto per rifiuti sanitari a rischio infettivo ad Atessa, le associazioni dicono no

Redazione Centrale di Redazione Centrale
15 Febbraio 2018
A A
130
condivisioni
1k
letture
FacebookWhatsapp

Atessa. “WWF, Legambiente e il Comitato “Noi Messi da Parte” hanno presentato questa mattina in una conferenza stampa a Pescara le proprie osservazioni in opposizione al progetto della ditta Di Nizio Eugenio s.r.l. per la realizzazione ad Atessa di un impianto per il trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo mediante sterilizzazione. Si tratta di un impianto di notevoli potenzialità visto che prevede il trattamento di ben 20.000 tonnellate l’anno potenziali, a fronte delle 4000 t/a prodotte in Abruzzo. Una capacità più che quadrupla rispetto alle esigenze regionali che lascia aperta ogni ipotesi sulla possibile futura importazione in Val di Sangro di rifiuti sanitari a rischio infettivo da altri territori. In ogni caso il progetto, grazie alla capacità dell’impianto a disposizione, ipotizza di allargare l’interesse anche a rifiuti di altro genere: 4.500 tonnellate anno di rifiuti pericolosi, e 10.500 tonnellate anno di rifiuti non pericolosi. Tutto questo nonostante a ridosso dello stabilimento, anche a poche decine di metri, siano presenti abitazioni civili, bar e negozi; a poco più di un chilometro c’è invece il SIC (Sito di Interesse Comunitario) Bosco di Mozzagrogna. Anche se la Di Nizio Eugenio s.r.l., come essa stessa asserisce, è leader nel panorama nazionale circa la gestione di rifiuti provenienti da attività ambulatoriali e ospedaliere, non può in alcun modo cancellare le inevitabili ripercussioni che si avranno sul territorio. E in ogni caso – sottolineano le associazioni – resta di difficile comprensione la scelta di aprire anche ad altre tipologie di rifiuti”.

“Sembra ormai – hanno sottolineato Legambiente, WWF e “Noi Messi da Parte” – una costante abruzzese, quella che vede proporre nel territorio regionale quasi esclusivamente realtà produttive che comportano un certo e spesso notevole impatto ambientale, in special modo in relazione con quanto attiene alla gestione dei rifiuti e alla loro trasformazione. Attività queste che vanno inevitabilmente a interfacciarsi negativamente con la biodiversità di interi ecosistemi e quindi con la salute umana.  Le associazioni hanno respinto a priori ogni possibile riferimento alla cosiddetta sindrome di Nimby (acronimo inglese per Not In My Back Yard = non nel mio cortile) in base alla quale ci si opporrebbe a ogni impianto a prescindere dalla sua reale pericolosità. Il problema nasce dalla scelta tutta italiana in base alla quale invece di accorpare i siti industriali in aree ben circoscritte, sono stati sparpagliati polverizzandoli dappertutto, comportando non solo costi stratosferici per la collettività per via delle infrastrutture, ma anche un consumo del suolo ingiustificabile che ha impoverito, reso più fragili e quindi più pericolosi tantissimi territori in Italia e creato infinite situazioni di difficile convivenza. Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una distruzione sistematica del paesaggio, e a situazioni crescenti di disagio e conflitto tra centri abitati e siti industriali, perché in natura, per forza di cose, siamo tutti connessi”.

Chiedono soldi per associazione bimbi disabili ma sono truffatori: scatta denuncia

Sfonda la porta di uno studio e poi tenta di aggredire gli agenti: arrestato 36enne

2 Luglio 2025
Delitto di Garlasco: la nuova indagine prosegue tra analisi forensi, misteriosi messaggi e alibi da verificare

Delitto di Garlasco, dai reperti nel fossato alle presunte voci su Sempio: spuntano nuovi “supertestimoni”?

2 Luglio 2025

“Entrando nel dettaglio delle osservazioni, le associazioni hanno fatto notare che la nuova legge regionale sui rifiuti, la n.5 del 2018, asserisce chiaramente che sino a 2 chilometri di distanza dal perimetro di un Sito di Interesse Comunitario, la VINCA – Valutazione di Incidenza -, è uno strumento necessario per questo genere di impianti. Hanno anche richiamato la Seveso III: “Ci chiediamo – hanno dichiarato – se la proponente ignora che la gestione dei rifiuti rientra nell’ambito di applicazione di questa norma o pensa di poterla ignorare solo per aver fissato dei limiti massimi di rifiuti stoccabili?” “Noi Messi da Parte” WWF e Legambiente hanno fatto infine notare che la vicinanza di case sparse, più di 20 abitazioni entro un raggio di 500 metri a partire da una vicinanza di 30 metri, rappresentano un fattore che, ai sensi dell’All.1 della L.R. 45/2007 diventa escludente, come lo stesso TAR di Pescara ha ribadito nel 2010”, questa la nota congiunta inviata alla stampa da Fabrizia Arduini (presidente WWF Zona Frentana e Costa Teatina), Marco Severo (presidente associazione NOIMESSIDAPARTE) e Giuseppe Di Marco (presidente Legambiente Abruzzo).

Share52Send
  • Credits
  • Contatti
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • topscelte.it

© 2025 Live Communication

No Result
View All Result
  • AbruzzoLive, news e diretta Live dall Abruzzo
  • Acquistare Viagra Generico senza ricetta in farmacia online
  • Autori
    • Franco Santini
  • Contatti
  • Cookie Policy (UE)
  • Credits
  • Dichiarazione sulla Privacy (UE)
  • Footer Articolo
  • Guida vini 2020
  • Guida vini 2020-tp
  • Home Page
  • Lavora con noi, offerte di lavoro
  • Listino Elettorale 2024
  • Notizie del giorno
  • Podcast
  • Privacy Policy
  • Pubblicità
  • Territorio

© 2025 Live Communication