L’Aquila. Unica disposizione certamente non interpretabile e incontrovertibile della legge 150 del 2000 – quella che disciplina il sistema dell’informazione nella Pubblica amministrazione – è quella del comma 2 articolo 9:“Gli uffici stampa sono costituiti da personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti”. Un principio ribadito in numerose sentenze ma sistematicamente calpestato in Abruzzo dove, amministrazioni locali e società pubbliche e in house continuano ad ignorare la legge. Sono decine i casi rilevati e la situazione, rispetto al passato, ha subito una seria e preoccupante deriva con comunicati stampa a firma del personale più disparato, si va dal capo di gabinetto allo stesso amministratore, all’ufficio marketing, alle relazioni pubbliche. Questa circostanza, di per sé imbarazzante – perché a metterla in atto sono quegli organi dello Stato che dovrebbero dare il buon esempio sul rispetto delle leggi – sta diventando esplosiva alla luce della condizione di disagio e difficoltà della categoria alle prese con una delle ristrutturazioni più dolorose e complesse del secolo con una impennata della disoccupazione e del precariato. Il Sindacato dei giornalisti abruzzesi non intende essere complice di questa agonia, abbiamo raccolto un ampio dossier che consegneremo anche all’Ordine dei Giornalisti e ci muoveremo per segnalare, agli organi preposti e all’opinione pubblica, tutti i casi che rileveremo. Si coglie l’occasione per ricordare, inoltre, che per il personale pubblico – iscritto all’Ordine dei Giornalisti e addetto all’ufficio stampa i contributi vanno versati, anche qui per legge, all’INPGI e, di nuovo, in Abruzzo, i conti non tornano. Lanciamo , quindi, un appello ai colleghi per segnalarci casi di illegittimità e chiediamo l’apertura di un tavolo con l’Anci per arrivare, anche in Abruzzo, ad un protocollo d’intesa per ripristinare un livello di decoro istituzionale.