Pescara. È stato sottoscritto questa mattina il protocollo d’intesa per l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata ai fini dell’accoglienza dei profughi provenienti dall’Ucraina. L’obiettivo, fa sapere il Viminale sul suo sito, è quello di mettere a disposizione di prefetture e Comuni, in via temporanea e straordinaria, le strutture non ancora destinate e nella diretta gestione della Agenzia per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e quelle già trasferite agli enti locali e non ancora utilizzate.
“Si tratta di una iniziativa”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che intende ampliare il numero degli immobili disponibili per i profughi ucraini, prevedendo anche la possibilità di finanziare rapidamente, nell’ambito dei progetti europei Pon/Poc Legalità e Fami, gli interventi necessari per adeguarli alle nuove esigenze”. “È massimo l’impegno del ministero dell’Interno per dare risposte concrete alle persone più fragili, come donne e bambini”, ha aggiunto la titolare del Viminale, sottolineando come “il ricorso ai beni confiscati assuma anche un forte valore simbolico in quanto patrimoni sottratti al circuito criminale saranno destinati a chi sfugge dal teatro di guerra, valorizzando le finalità sociali proprie del loro riutilizzo”.
Sono 622 i beni confiscati alle mafie disponibili per dare ospitalità ai profughi ucraini arrivati in Italia. Lo fa sapere il Viminale. Si tratta di 234 tra strutture abitative e ricettive che l’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata assegnerà in comodato gratuito e temporaneo alla prefettura del luogo in cui si trovano per l’esclusivo scopo di accoglienza dei profughi. In più ci sono altri 388 immobili confiscati già trasferiti agli enti locali e non ancora utilizzati, individuati dalle prefetture e dagli stessi comuni, potenzialmente fruibili per le finalità di accoglienza, che l’Agenzia metterà a disposizione.
Il protocollo assegna al Dipartimento per le libertà civili e per l’immigrazione del ministero dell’Interno il raccordo con le prefetture interessate dall’attuazione dell’intesa attraverso l’adozione di specifiche linee guida. L’Agenzia nazionale svolgerà un duplice compito. Da un lato, provvederà all’assegnazione dei beni in gestione in comodato gratuito e temporaneo alla prefettura del luogo in cui si trovano per l’esclusivo scopo di accoglienza dei profughi ucraini. Dall’altro, metterà a disposizione l’elenco degli immobili confiscati già trasferiti agli enti locali e non ancora utilizzati, individuati dalle prefetture e dagli stessi comuni, potenzialmente fruibili per le finalità di accoglienza dei profughi ucraini anche nell’ambito delle forme di accoglienza diffusa. L’Autorità di gestione del Pon/Poc ‘Legalità’ e l’Autorità responsabile del Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione) metteranno a disposizione risorse per la realizzazione degli interventi sugli immobili per rendere possibile la loro destinazione all’accoglienza dei profughi. Fondamentale, sottolinea il Viminale, “il ruolo dell’Anci che svolgerà una attività di impulso ed informazione nei riguardi dei comuni interessati anche sulla possibilità accedere ai suddetti finanziamenti per far fronte alle eventuali esigenze di allestimento ed efficientamento dei beni”.