Roma. Oltre 91mila ucraini sono arrivati in Italia dall’inizio della guerra, per la metà sono donne, quasi 34mila sono bambini. E ci sono quattro regioni sono sotto pressione.
A fare il punto sull’accoglienza dei profughi è il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, che ipotizza la necessità di una redistribuzione se i numeri dovessero aumentare ulteriormente. Secondo il monitoraggio del Viminale, sono 91.137 i profughi ucraini arrivati in Italia, 48.817 donne, 10.229 uomini e 33.796 minori, le città di destinazione dichiarate all’ingresso in Italia si confermano in maggioranza Milano, Roma, Napoli e Bologna. “Ci sono regioni sotto pressione, come Emilia-Romagna, Lombardia, Lazio e Campania”, ha spiegato Curcio: “Ovviamente, se non si riusciranno più a gestire questi numeri, si proporranno degli spostamenti. Siamo sempre attenti alle richiesta di queste persone che già fuggono dalla guerra, ma potrebbe accadere in futuro che si diano loro prospettive territoriali diverse”.
Con il decreto Ucraina il governo ha previsto da un lato l’aumento dei posti nell’ambito del sistema di accoglienza assicurati da Comuni ed enti del Terzo settore, dall’altro forme di sostentamento per coloro che abbiano trovato autonoma sistemazione. Sono previsti 15.000 posti, diversi da quelli previste nell’ambito delle strutture di accoglienza, e la Protezione Civile ha pubblicato sul proprio sito un “avviso per l’acquisizione di manifestazioni di interesse”, cui enti e realtà associative che operano nell’accoglienza potranno candidarsi entro il 22 aprile. E’ previsto poi un contributo di 300 euro per ogni cittadino ucraino in possesso della protezione temporanea e di 150 euro per ogni minore. Il contributo diretto ai profughi ucraini in Italia, ha assicurato il Capo della Protezione Civile, sarà erogato “il prima possibile, al massimo entro qualche settimana”. Oltre all’accoglienza e all’inserimento, c’è da considerare l’aspetto sanitario. E’ molto basso il numero dei profughi ucraini arrivati in Italia vaccinati per il Covid. In Emilia-Romagna, ad esempio, la Regione stima una copertura solo al 10%.
Secondo l’Unicef, in totale circa 4,8 milioni dei 7,5 milioni di bambini ucraini sono fuggiti dal proprio Paese o sono sfollati interni: significa che quasi 2 su 3 hanno dovuto lasciare le proprie case. La guerra “senza ombra di dubbio, farà aumentare il numero degli sfollati nel mondo, si ipotizza intorno ai 90 milioni”, ha sottolineato a questo proposito padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, presentando il Rapporto annuale 2022 del servizio ai rifugiati dei Gesuiti: “A metà del 2021 si stimavano già oltre 84 milioni di persone contro le 82,4 milioni di fine 2020”. Un’emergenza che si somma all’aumento della pressione migratoria: dalle diverse rotte del Mediterraneo nel 2021 sono arrivate in Italia oltre 67mila persone, un numero doppio rispetto all’anno prima. “Ancora oggi – evidenzia il Centro Astalli – circa due migranti su tre sono ospitati nei Cas, i centri di accoglienza straordinaria pensati per far fronte all’arrivo dei grandi numeri”.