L’Aquila. A volte, una semplice foto di gruppo basta per riassumere un’intera manifestazione. I volti dei circa 400 volontari di Univaq Street Science mostrano come l’Università possa davvero essere al centro della vita dei cittadini. Ricercatori, professori e studenti, uniti per un obiettivo comune, quello di portare la scienza e la passione della ricerca nelle strade di una città ferita. Una città che ha risposto in maniera incredibile nelle passate edizioni, in occasione della Notte dei Ricercatori, con presenze che superarono le ventimila unità. Fervono i preparativi: laboratori per ragazzi e adulti, conferenze, mostre interattive, gare, spettacoli teatrali, performance artistiche, animeranno anche quest’anno le strade, i locali ed i palazzi antichi della città. Nella Notte dei ricercatori Univaq punta soprattutto sui giovani, associazioni come VIVIAMOLAq e piccole redazioni, come quella de “I Portici”, giornalino dell’Istituto Domenico Cotugno; ma anche studenti delle scuole superiori, vincitori del concorso “Ricercatore per un giorno”, che presenteranno i loro progetti all’interno dei “negozi di ricerca”, che verranno allestiti nel Dipartimento di Scienze Umane in viale Nizza. Un’iniziativa che non vuole risolversi in Sharper 2016, ma che vorrebbe rappresentare più appuntamenti nel corso dell’anno. In questa occasione, sottolineano gli organizzatori, scompaiono i titoli accademici, i ruoli istituzionali vengono messi da parte: questo è il senso profondo di Univaq Street Science, che dimostra come la vita dell’Università non si risolva dentro un’aula d’ateneo, ma si realizzi nella città che rappresenta. (d.r.)