Pescara. La giunta regionale, su proposta dell’assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci, ha approvato due nuovi percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta): il primo sul tumore alla mammella, l’altro sulle malattie infiammatorie croniche intestinali. In Abruzzo, ogni anno, sono circa 1200 le donne con prima diagnosi di cancro della mammella. Un bisogno che doveva essere preso in carico con una riorganizzazione complessiva della rete, che prevede due centri hub a Ortona e L’Aquila, e due centri spoke a Pescara e Teramo. “Viene così ridisegnato spiega l’assessore Paolucci un percorso diagnostico terapeutico che consente la presa in carico globale della donna, dalla prevenzione alla terapia chirurgica, fino ad arrivare al followup con la periodicità dei controlli”. Nel percorso vengono coinvolte figure professionali multidisciplinari: in aggiunta a quelle tradizionali del
chirurgo senologo e dell’oncologo, sono state coinvolte le figure del radioterapista, del genetista per i cancri che presentano ereditarietà familiare e la figura dello psicooncologo.
Queste professionalità dovranno operare in equipe, nel Gruppo Interdisciplinare Cure Oncologiche, che garantirà scelte terapeutiche per il bene della paziente sulla base delle più avanzate evidenze scientifiche. “Il percorso continua Paolucci è un adempimento previsto dai Lea (i livelli essenziali di assistenza) e consente al nostro sistema sanitario regionale di fare un salto in avanti anche su una tematica così importante e complessa come quella delle cure oncologiche”. Per quanto riguarda le malattie infiammatorie croniche intestinali (malattia di Crohn, colite ulcerosa, ileite segmentaria), in Abruzzo si registrano
circa 5mila casi, con pazienti costretti a terapie specifiche che, con fasi di recidive e riacutizzazioni, li accompagnano per l’intero arco della vita. Il percorso diagnostico approvato, risponde efficacemente alla frammentazione organizzativa dei servizi sanitari, specie nell’interfaccia ospedaleterritorio, riducendo i rischi connessi al passaggio del paziente dall’ospedale ai servizi territoriali e alla medicina di base. Il documento disegna un piano interdisciplinare di cura creato per rispondere a bisogni complessi di salute del cittadino, promuovendo la continuità assistenziale, favorendo l’integrazione fra gli operatori e riducendo la variabilità clinica. E’ prevista l’attivazione di ambulatori dedicati, che in questa prima fase saranno uno per ciascuna provincia.