L’Aquila. Sono le 05 e 11 quando la terra torna tremare con violenza a Muccia, in provincia di Macerata. Solo qualche ora dopo alle 06 e 49 toccherà a Ocre, in provincia dell’Aquila con una magnitudo di 3.5. L’incubo terremoto irrompe ancora una volta in quei luoghi già fortemente colpiti e in quelle popolazioni già duramente messe alla prova. “La gente è stanca, siamo tutti stanchi, qui la paura non è mai passata dal 24 agosto del 2016 e la scossa di 4,6 di stanotte aggrava tutto”, ha commentato commosso il primo cittadino di Muccia, Mario Baroni. Un “boato significativo, un rumore forte più che l’oscillazione”, ha detto il sindaco di Ocre, Fausto Fracassi.
Il Centro Italia è dunque tornato sotto la lente d’ingrandimento dell’Ingv. In due ore gli esperti hanno registrato oltre 20 scosse con magnitudo superiore a 2 nella zona colpita dal sisma di questa mattina all’alba, con epicentro a pochi chilometri da Muccia. Secondo l’elenco dell’Ingv, sono state due le scosse con magnitudo 3.5, mentre le altre sono comprese da 2 a 2.6. Ma lo sciame sismico ha visto anche una trentina di scosse di minore intensità, tra lo 0,9 e l’1,9. E’ probabilmente destinata proseguire la sequenza che si è attivata il 24 agosto 2016 nell’Italia centrale e che oggi ha portato al terremoto di magnitudo 4,6 nelle Marche. “E’ normale che una sequenza che ha mobilitato un volume così grande duri a lungo”, ha osservato il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) , Carlo Doglioni. “Per una sequenza che ha mobilizzato un volume più piccolo, come quella legata al terremoto de L’Aquila del 2009, sono stati necessari tre anni per tornare a un’attività con valori confrontabili a quelli precedenti all’evento. E’ quindi possibile che la sequenza che si è attivata nell’agosto 2016 duri ancora non meno di un anno.