Roccaraso. Si è svegliato solo da qualche ora ed è bastata qualche ora per catapultarlo di nuovo in una specie di folle e imbarazzante reality con tanto di inseguimento e di ripresa video. In cui si sente una donna che vuole addirittura toccarlo e che lo vezzeggia come se fosse un essere umano.
E così l’orso, sullo sfondo la neve dell’Aremogna, la località sciistica di Roccaraso, in provincia dell’Aquila, corre, si allontana spaventato. Ancora una volta uno “spettacolo” indecente. Perché, come scritto già decine e decine di volte, Juan Carrito è un orso, è un animale selvatico e non si avvicina all’uomo per farsi coccolare. Non è l’orso del cartone animato di Masha e Orso oppure l’orso Yoghi che mangia il miele seduto sul suo sederone.
Juan Carrito è un orso confidente, problematico e che risente fortemente dell’odore del cibo, dell’immondizia abbandonata in natura, degli odori che arrivano dalla città. Aveva fatto smettere di parlare di sé il 30 dicembre, quando a Roccaraso sono arrivati i turisti che anche prima di Capodanno hanno iniziato a sparare botti e fuochi d’artificio. Il figlio di Amarena, che alla gente è abituato, perchè mamma orsa non si è mai fatta scrupolo nemmeno di allattare i suoi cuccioli in piazza, ha dormito poche settimane.
IL VIDEO CON L’INSEGUIMENTO
E non ha fatto nulla di diverso rispetto a tanti altri plantigradi, soprattutto maschi, che escono dal loro stato di ibernazione anche dopo poco. Purtroppo il fatto che a Roccaraso non nevichi e che per qualche giorno siano arrivate lì temperature “fuori stagione” di certo non ha aiutato l’orso. Ma nel giro di pochissimo sulle sue tracce sono tornati subito biologhe, veterinari, guardiaparco, carabinieri forestali, carabinieri del reparto Parchi.
Perché JC, che porta il nome del presidente del Pnalm e della frazione di Ortona dei Marsi dove è stato catturato per la prima volta per entrare a far parte di un programma che lo rintegrasse in lontano dai centri abitati, ha un radiocollare e i professionisti addetti al suo controllo e alla sua protezione sapevano bene dove lui fosse e quindi anche che si era svegliato.
Eccolo, è tornato: Juan Carrito si sveglia dal letargo e l’Abruzzo non può che ammirarlo
La speranza era che magari l’orso, non disturbato, rientrasse nuovamente nel bosco e si riaddormentasse ma niente da fare. Perché insieme all’opera di dissuasione dei carabinieri che abbiamo visto solo un paio di giorni fa accendere i lampeggianti e le sirene per farlo andare via, lontano dalla strada, sono tornati anche gli inseguitori.
C’è la legge: c’è un’ordinanza emanata dal sindaco di Roccaraso che vieta di avvicinare l’animale e i suoi simili, di fotografarlo, di filmarlo, di dargli da mangiare.
Ci sono fiumi di parole dette e scritte e apposite campagne di comunicazione del Pnalm, mediate da esperti di comunicazione ambientale, biologi, veterinari.
Niente, non c’è niente da fare. Arriva sempre qualcuno che l’orso lo insegue, lo filma, lo chiama amore e che stavolta vorrebbe anche accarezzarlo. Un orso.
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