Vasto. Sembra quasi la sceneggiatura di un film ma purtroppo non lo è. È la storia di due coppie di pensionati altoatesini che quattro anni fa erano in vacanza in Abruzzo quando, purtroppo per loro, si sono trovati ad assistere a una furibonda lite, che oggi è finita a processo. E che ora li vuole presenti come testimoni in tribunale a Vasto.
A raccontare le circostanze è il Corriere della Sera, nella cronaca del Corriere del Veneto, che spiega che i quattro turisti erano “appena scesi dal treno” quando si ritrovatoro “testimoni di una lite tra due tassisti. Parolacce e spintoni a cui sono seguite denunce incrociate. E ora, a quattro anni di distanza, in piena emergenza Covid, le due coppie sono state costrette a tornare per testimoniare davanti al tribunale di Vasto”.
La cosa più assurda è che il viaggio dal Veneto all’Abruzzo le due coppie se lo devono pagare da soli. E nel bel mezzo di una pandemia, come quella in cui stiamo oggi vivendo, lo spostamento non si può considerare nemmeno come una vacanza. Anzi, tutt’altro.
“Una situazione assurda”, spiega Josef Lungkofler, per una vita funzionario della Procura della Repubblica di Bolzano, al Corriere del Veneto, “non è possibile che per una corsa da 20 euro si chieda a quattro persone di fare una viaggio di oltre mille chilometri a proprie spese. Non è giusto, soprattutto in tempo di Covid”.
Quando è arrivata la convocazione del Tribunale di Vasto, spiega il Corriere, “ha chiesto di essere sentito a distanza ma non ha ricevuto risposta. Così non si è presentato beccandosi 200 euro di multa”.
“Ci sono due processi: il primo è stato venerdì, il secondo lunedì 7, praticamente dobbiamo stare qui quasi una settimana pagandoci viaggio e albergo. Non è possibile”, aggiunge Lungkolfler giurando che non tornerà mai più a Vasto.
“Ci siamo sempre trovati benissimo e infatti siamo sempre tornati. Nel 2018, usciti dalla stazione, abbiamo visto un tassista che conoscevamo e siamo andati con lui. Un’altra tassista che era in attesa però si è infuriata e ha provato a scaricare i nostri bagagli dalla macchina. Sono volati insulti e spintoni: tutto per una corsa da 20 euro”, si legge nell’articolo del Corriere del Veneto, “e adesso, a quattro anni di distanza ci chiedono di tornare per testimoniare in due procedimenti diversi. Se le cose vanno così non c’è da meravigliarsi che in Italia i processi durino così tanto”.