L’Aquila. Hanno risposto ai giudici Marino Scancella e Angelo Riccardini, due dei sei arrestati nell’ambito dell’inchiesta Earthquake, che ha fatto emergere un presunto sistema di tangenti nell’ambito della ricostruzione postsisma in alcuni Comuni del Pescarese e dell’Aquilano. Riccardini, tecnico ed ex consigliere del Comune di Gubbio (Perugia), ha parlato per oltre due ore. “Il mio assistito ha risposto a tutte le domande ha detto il suo avvocato Mario Monacelli . Abbiamo chiesto la revoca, e in subordine l’attenuazione delle misure cautelari, e riteniamo di avere chiarito l’estraneità del mio assistito rispetto ai fatti contestati”. Prima di lui, davanti al gip Gianluca Sarandrea, era comparso Scancella, in qualità di architetto incaricato della progettazione dell’aggregato 30 del Comune di Bussi: Scancella ha parlato per oltre un’ora, fornendo chiarimenti sugli incarichi assunti e ha lasciato l’aula, insieme al suo avvocato, passando da un’uscita secondaria. Avrebbe fatto nomi di politici locali l’imprenditore umbro Stefano Roscini, 49 anni, nell’interrogatorio di garanzia davanti alla procura di Pescara. Roscini, ai domiciliari per l’inchiesta del Corpo Forestale sulle tangenti nella ricostruzione nel cratere aquilano ha raccontato di essersi incontrato in un albergo di Tortoreto (Teramo) assieme al colonnello Piccotti con due esponenti politici che gli avrebbero chiesto il 5% del lavoro per la ricostruzione di alcuni aggregati a Bugnara (L’Aquila). Secondo quanto dichiarato ai magistrati, Roscini avrebbe anche affermato di aver presentato denuncia alle forze dell’ordine su quanto accaduto. A quanto si è appreso successivamente Roscini avrebbe presentato la denuncia a Sulmona. Al termine dell’interrogatorio il legale difensore di Roscini, Pietro Gigliotti, ha invece detto che “Il mio assistito ha specificato che il foglietto rinvenuto nel corso della perquisizione non ha alcuna riferibilità ai fatti per i quali è attualmente in esecuzione la misura cautelare ha affermato il legale Quella documentazione si riferisce ad altri fatti e il mio assistito ha dato argomentazioni di riscontro alle domande puntualmente fatte dalla magistratura, la quale a questo punto dovrà fare il proprio corso e svolgere le proprie attività”. Gigliotti ha inoltre annunciato di avere presentato istanza di revoca delle misura cautelare e di avere allegato “documentazione che confuta le ipotesi di accusa e dunque rende insussistenti i gravi indizi di colpevolezza”