
“La Regione ha confermato in particolare che la scelta di operare in somma urgenza per l’affidamento dell’appalto da parte del Genio Civile non implica la possibilità di sospendere addirittura le direttive comunitarie e, in particolare, evitare l’obbligo di sottoporre l’intervento a Valutazione di Incidenza Ambientale. Infatti l’area coinvolta ricade in un Sito di Interesse Comunitario e in una Zona di Protezione Speciale. Il Servizio regionale rincara la dose ricordando anche che tra le misure di conservazione generali della Regione per gli habitat “è fatto divieto di “alterazioni meccaniche di sponde ed alvei che comportino danneggiamenti o distruzione totale della vegetazione […..]. Gli interventi straordinari di manutenzione delle sponde ed aree limitrofe sono comunque soggetti a Valutazione di incidenza.” Ricordiamo che il giorno dopo la selvaggia operazione del Genio Civile di taglio a raso il Parco del Sirente aveva emanato un’ordinanza di blocco dei lavori per mancanza di nulla osta dell’Ente Parco e, appunto, di Valutazione di Incidenza Ambientale. Successivamente era anche intervenuto un altro ufficio della Regione competente per i tagli boschivi chiarendo che nessuna richiesta di autorizzazione era pervenuta nonostante la Legge regionale 3/2014 preveda espressamente che anche in caso di lavori d’urgenza debba essere fatta una segnalazione preventiva all’ufficio. Dichiara Augusto De Sanctis, presidente della SOA “Quello che è accaduto alle Gole di San Venanzio è di gravità inaudita, praticamente un taglio selvaggio di centinaia di piante che costituivano un habitat di enorme valore a livello europeo. Gli interventi di Parco e Regione sono uno schiaffo per il Genio Civile regionale a cui abbiamo anche chiesto un accesso agli atti perché vogliamo andare fino in fondo. Non è possibile trattare così un patrimonio ambientale di enorme pregio anche paesaggistico spendendo tra l’altro circa 55.000 euro di fondi pubblici. Gli alberi della vegetazione ripariale sono fondamentali per la vita stessa del fiume e la sua funzionalità ecologica. Quello che sorprende è come sia stato possibile che nessun organo di controllo, ad esempio i Carabinieri Forestali, si sia accorto di quanto stava avvenendo nonostante il taglio riguardasse aree limitrofe ad una Strada Statale, perfettamente visibile da chiunque passasse anche guardando dal finestrino. Non appena abbiamo visto le foto postate su facebook (!) da un cittadino ci siamo immediatamente allarmati perché era evidente lo sfacelo in corso. Crediamo che dopo i casi di Villavallelonga al Parco d’Abruzzo, di Campo Imperatore nel Parco del Gran Sasso e ora dopo questo scempio al Parco del Sirente serva una riflessione sulla capacità di deterrenza e di sorveglianza che si esercita nelle aree protette in Abruzzo” conclude la nota.