Pescara. Sessantuno suicidi fino ad oggi, nel 2022, in Italia: poliziotti, carabinieri, finanzieri, guardie carcerarie, agenti di polizie locali, ex forestali. Un tema che sarà affrontato nel corso dell’evento “Il ‘male oscuro’ fra i tutori dell’ordine – Uno stillicidio che grida in silenzio”, iniziativa finalizzata alla preghiera e alla riflessione, organizzata a Pescara per giovedì 24 novembre.
“Il malessere, al di là di appartenenze e divise, aumenta tra questi ‘tutori dell’ordine’ lasciati soli coi dilemmi della propria coscienza e l’usurante servizio”, sottolineano i promotori. L’appuntamento è alle ore 15.30, nell’auditorium della chiesa della Madonna del Rosario, in via Cavour.
Due i momenti che caratterizzeranno la giornata. Prima la riflessione su “Malessere tra i tutori dell’ordine”: saranno presenti Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, presidente fondazione Movimento bambino onlus; Giorgio Benvenuto, memoria storica del sindacato unitario; Fabrizio Ciprani, direttore centrale di sanità dipartimento della Polizia di Stato; Maurizio Pompili, professore ordinario di Psichiatria alla Sapienza; Marco Santilli, psicologo clinico delle relazioni di aiuto; Paola Severini, Rai Gr Parlamento – direttore Angeli Press – “O anche no” (Rai 3); Maria Stella Paladin, ufficiale della Marina, psicologa; Cleto Iafrate, fondatore dell’Osservatorio suicidi in divisa, e padre Innocenzo Gargano, monaco camaldolese.
I lavori saranno moderati da Ennio Di Francesco, già ufficiale carabinieri e dirigente della Polizia di Stato, figlio di un maresciallo dei Carabinieri deceduto per malattia cardiaca contratta in servizio. Alle ore 18 momento di preghiera, con la Santa Messa celebrata dall’Arcivescovo Metropolita di Pescara-Penne, Mons. Tommaso Valentinetti.
“Il dibattito sul ‘male di vivere’ accompagna l’uomo da sempre, da Seneca a Platone, da Freud a Durkheim, da Jaspers a Bauman. Oggi preoccupa il sapere, tra nascosti flash mediatici, che questo malessere (contabilizzato in difetto) colpisce persone a cui è affidata, in armi, la sicurezza della collettività, coinvolgendo non di rado le loro famiglie, spesso con figli bambini. Quale malessere può favorire o scatenare tali tragedie, individuali, familiari e sociali? Quale logorante ‘burnout’ nella professione di questi ‘custodi di sicurezza’ che debbono intervenire nei casi più pericolosi, contraddittori e logoranti del convivere sociale?”, si chiedono i promotori, nell’annunciare i temi che saranno affrontati nel corso dell’iniziativa.