
Chiunque può presentare osservazioni entro il 16 ottobre 2022.
Il costo dell’opera è di 146,7 milioni di euro per circa 7 km alla “modica” cifra di 21 milioni di euro a km.
La prima questione che salta agli occhi è il posizionamento del tracciato quasi completamente nelle aree a rischio di esondazione del Fiume Tordino (in larga parte rischio “basso”, per un tratto a rischio “medio” e per un tratto in rischio “elevato”, su cui si passerebbe in viadotto). Certo, guardando agli innumerevoli problemi idrogeologici che ha avuto il tratto realizzato a monte Teramo-Mosciano queste premesse non ci fanno ben sperare” così, in una nota, il Forum H2O.
“Vi è da dire che ANAS presenta una relazione idraulica per sostenere che la strada non avrà problemi e non li causerà a valle modificando il regime delle acque.
Il problema è che ANAS, facendo riferimento a norme del 2008, calcola le aree a rischio e le interazione tra strada e acqua tenendo conto delle portate delle piene con tempo di ritorno di 200 anni (cioè la portata massima che si ha in 200 anni sulla base dei dati pregressi).
Basta guardare a quanto accaduto nelle Marche due giorni or sono o l’anno scorso in Germania a scala più vasta per capire che questi parametri, fondati sui rilievi del passato, non sono più coerenti con la rapida evoluzione del clima determinata dal riscaldamento globale. I fenomeni sono molto più intensi per cui le piene che prima avevano bassissime probabilità di accadimento (quelle cinquecentenarie, cioè quelle che prima capitavano una volta ogni 500 anni, o millenarie, una volta ogni 1000 anni) sono diventate molto più probabili. Pertanto a nostro avviso sarebbe più opportuno rivedere questi calcoli prevedendo eventi di piena più rilevanti” prosegue il Forum H2O.

L’intervento prevede poi un pesante consumo di suolo fertile, in una delle ultime aree planiziali meglio vocate per l’agricoltura non ancora stravolta da strade ed edifici. ISPRA, massimo organo scientifico dello Stato, continua a richiamare inutilmente cittadini e decisori sull’emergenza della perdita permanente di suolo fertile a causa della cementificazione.
Crediamo che un ripensamento collettivo delle priorità prendendo atto delle cause della crisi climatica ed ecosistemica nonché di quella economica e sociale sarebbe un segno di civiltà” conclude Forum H20.