Chieti. Come avviene in ogni conflitto a pagare il prezzo più alto sono i civili e l’Associazione Italiana Pressure Equipment (AIPE), organizzazione imprenditoriale che rappresenta le aziende del settore meccanico della caldareria, ha deciso di agire su due fronti: offrire il proprio sostegno economico alla Fondazione Soleterre e garantire ai profughi una felice riunificazione fornendo al capo famiglia un lavoro utile ad assicurare ai suoi cari una dignitosa sopravvivenza.
Soleterre, è una fondazione Onlus che lavora per il riconoscimento e l’applicazione del diritto alla salute, fornendo cure ed assistenza medica in 23 paesi nel mondo.
La fondazione è attualmente impegnata per fronteggiare l’emergenza Ucraina, fornendo aiuti ai profughi e supporto agli ospedali pediatrici.
Durante il conflitto, l’Associazione ha contribuito a mettere in salvo numerosi bambini dai reparti oncologici pediatrici degli ospedali di Kiev, Kharkiv e Lviv, per trasferirli presso strutture sanitarie in Polonia per poi proseguire il viaggio fino in Italia.
Per i soci AIPE che con questa guerra stanno perdendo un mercato importante, dove le sanzioni incideranno fortemente sui fatturati, non si sono fermati e hanno messo mano al portafoglio per dimostrare alla folla ucraina scesa in piazza per fermare i tank russi che non è sola.
L’associazione ha 150 aziende, tra le quali la Walter Tosto di Chieti, che danno lavoro a più di 10.000 addetti e vanta un fatturato complessivo che supera i 3 miliardi di euro, dove l’export rappresenta il 90% della produzione e la sua Mission è quella di favorire lo sviluppo tecnologico scientifico ed economico delle aziende affiliate, conferma il Presidente Giancarlo Saporiti.
Purtroppo, la situazione è molto grave e dopo l’ultimo incontro telefonico avvenuto tra Emmanuel Macron con Vladimir Putin, come affermano tutti i giornali, sono convinto che il peggio dovrà ancora venire, sottolinea il Presidente e aggiunge: la concessione della Russia di aprire dei corridoi umanitari per permettere alla popolazione ucraina di mettersi in salvo, la ritengo un’azione umanitaria intelligente, ma quello che più mi addolora di questa guerra e vedere ridotti alla fame milioni di persone.
Credo che questo non sia il momento giusto per attribuire delle colpe, ma quando la guerra finirà, perché prima o poi finirà, i veri colpevoli dovranno pagare il conto e se ora Ucraina e Russia tornano al tavolo della trattativa è una buona notizia.