Pescara. Nel pomeriggio di lunedì 11 febbraio, proprio mentre la Polizia di Stato di Pescara concludeva brillantemente l’ennesima operazione di controllo straordinario del territorio in un parco cittadino con l’arresto di tre soggetti extracomunitari per reati inerenti gli stupefacenti e con altre operazioni di contrasto alla criminalità, assicurando alla giustizia un totale di otto soggetti, la questione della sicurezza in città irrompeva nuovamente sulla scena, per la violenta e vile aggressione, ad opera di alcuni componenti di noti nuclei malavitosi di Rancitelli, ai danni dei giornalisti di una troupe della Rai che erano impegnati in un’inchiesta sui clan del quartiere, da sempre considerata la principale piazza di spaccio della Regione.
L’episodio in questione non sorprende né desta particolare stupore e, nonostante il calo dei reati fatto registrare negli ultimi anni e la continua e costante attività di controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, sono necessarie riflessioni sui problemi legati alla sicurezza a Pescara, che non possono prescindere dall’analisi dei dati ufficiali:
la relazione della D.I.A. sulla criminalità del primo semestre del 2018, facendo il quadro della situazione per quanto riguarda le infiltrazioni criminali con particolare riferimento a camorra, ‘ndrangheta e mafia pugliese sul nostro territorio, parla di un accordo per spartirsi i territori di Abruzzo e Molise, con riferimento agli appalti per la ricostruzione post terremoto del 2009 e al traffico di stupefacenti che riguarda in particolare la città di Pescara e la sua provincia;
i dati diffusi dal Ministero degli Interni sulla sicurezza in Abruzzo e nella provincia di Pescara confermano la presenza della criminalità organizzata in una regione per troppo tempo ritenuta immune da tali fenomeni: 310 sono gli immobili (ville, appartamenti e box auto) e 27 le aziende (locali, officine, aziende agricole e uffici), sequestrati in Abruzzo alla criminalità organizzata e il triste primato spetta proprio alla provincia di Pescara, con 108 sequestri effettuati;
il dossier sulle città più pericolose d’Italia, realizzato con i dati trasmessi dal Ministero dell’Interno mettendo a confronto il numero di abitanti delle 106 province italiane con il numero di delitti commessi, colloca Pescara al 15esimo posto in Italia, alle spalle di Milano, Rimini, Bologna, Torino, Roma, Genova, Firenze, Ravenna, Lucca, Prato, Savona, Livorno, Pisa e Parma, con una serie di episodi criminali, balzati alle cronache nazionali.
Tutto ciò in un territorio come quello della città di Pescara, la cui continuità e contiguità territoriale con i Comuni di Montesilvano e Spoltore, ha portato alla consultazione referendaria tra i residenti per decidere dell’unificazione dei tre Comuni nella costituenda città di Nuova Pescara, che dovrà divenire effettiva entro il 1 gennaio 2022 (data in cui l’utenza della questura di Pescara riguarderà ufficialmente circa 200mila residenti a fronte degli attuali 120mila).
Nel contesto di cui sopra non si può non tener conto dell’elevata età media del personale della questura di Pescara che, nonostante l’organico ridotto, garantisce:
l’ordinaria gestione delle esigenze della città e della provincia secondo le varie articolazioni;
il controllo di un territorio complesso che comprende anche i residenti di una vasta area metropolitana;
le sempre crescenti esigenze connesse alla gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica in occasione di eventi istituzionali, politici, artistici e sportivi, con la squadra di calcio locale impegnata nel campionato nazionale di Serie B.
E’ evidente che l’elevato standard di sicurezza cui sono abituati i cittadini di Pescara non può ricadere solo ed esclusivamente sullo spirito di abnegazione delle donne e gli uomini della questura, a discapito della loro serenità, in un territorio che oltre ai problemi sopra esposti è caratterizzato da un alto indice turistico, suscettibile di forti picchi di presenze nei mesi estivi.
In virtù di quanto sopra la Segreteria Provinciale FSP Polizia di Stato ritiene indispensabile:
implementare da subito il personale in servizio presso la questura di Pescara, la cui classificazione non può prescindere dai dati sopra evidenziati;
istituire un posto di Polizia fisso nel Comune di Montesilvano, già in passato sede di un posto di Polizia estivo e dove da poco è stato trasferito il Reparto Cinofili della Polizia di Stato, in un territorio caratterizzato da una prepotente espansione e un forte innalzamento dell’indice demografico, oltre che da una serie di problematiche emergenziali relativamente alla sicurezza;
assegnare personale specializzato U.O.P.I. al Reparto Prevenzione Crimine Abruzzo che ha sede a Pescara ma che è impegnato a fronteggiare le esigenze dell’intera regione, peraltro territorialmente complessa;
istituire il Reparto Mobile di Pescara, anche eventualmente in forma congiunta con quello esistente di Senigallia, in considerazione del fatto che settimanalmente personale dei vari Reparti Mobili sono impegnati in città per esigenze di ordine pubblico connesse a eventi sportivi (partite di calcio del Pescara che gioca da anni in serie B), musicali (concerti di artisti noti a livello nazionale), politici, ecc.