Pescara. A distanza di qualche giorno dall’annuncio delle chiusure di basi e rotte, il responsabile comunicazione di Ryanair ha corretto il tiro ed annuncia “Se il Governo rivedesse le sue decisioni siamo pronti anche noi a rivedere la nostra posizione”, così John Alborante lascia intendere che la compagnia low cost potrebbe tornare sui suoi passi qualora il governo decidesse di eliminare l’aumento delle tasse aeroportuali. Ma dal Ministero Graziano Delrio fa sapere di non gradire la mossa di ricatto della low cost irlandese “Le minacce di interruzione dei servizi non sono utili a trovare una soluzione”, avvertono, ricordando che le compagnie low cost “frequentemente hanno sostegni dagli aeroporti dei territori”. Fonti del Ministero delle infrastrutture, ricordando inoltre che “gli aumenti non potevano essere evitati per impegni assunti da governi precedenti”, fanno sapere che “sono allo studio varie ipotesi per la riduzione della tassa” nei prossimi mesi. Intanto oltre che dal mondo politico e dai sindacati la protesta corre anche sui social. Continuano ad umentare le sottoscrizioni della petizione ‘Ryanair, non abbandonare l’aeroporto di Pescara!’, lanciata su Change.org, la più grande piattaforma di petizioni online: oltre 5mila gli utenti che hanno aderito all’iniziativa, rivolta, tra gli altri, al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al governatore dell’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, al sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, e ai parlamentari abruzzesi. Mentre la pagina facebook ‘Abbruzzo di Morris’ gioca con il nome della compagnia irlandese lanciando l’hashtag #rajaNer che, tradotto dal dialetto abruzzese, significa ‘rabbia nera’.