L’Aquila. Dall’implementazione di un sistema di produzione di latte ovicaprino biologico alla valorizzazione di seconde case a fini turistici, l’implementazione di un sistema di ‘trasporto a chiamata’, fino alla promozione di un sistema di cure con le ‘farmacie rurali’ o i ‘villaggi Alzheimer’. Sono alcuni degli otto progetti d’impresa nati dallo studio ‘Ripartire dopo il sisma’, presentato oggi a Roma da ‘Nomisma’. Obiettivo del contributo curato dal centro studi bolognese è quello di definire, attraverso una valorizzazione delle aree colpite dal sisma quasi tre anni fa, una serie di iniziative d’impresa.
Tra i progetti, quello di una filiera zootecnica industriale incentrata su produzione, lavorazione e commercializzazione di latte caprino biologico e di prodotti derivati come lo yogurt. Ma c’è anche l’idea di una filiera suinicola, che a sua volta incide per il 46% su quella agricola dell’Umbria, per valorizzare il prosciutto di Norcia. Nomisma stima il livello minimo di investimento a garanzia di una redditività di filiera in 66 milioni di euro per una produzione media annua attesa di 2.000 prosciutti la settimana.
Si prevede un’opportunità occupazionale complessiva per circa 240 unità al netto della fase di allevamento. Avendo sul territorio un’elevatissima incidenza di seconde case (in alcuni Comuni superiore al 60% del totale delle abitazioni, dove il dato medio nazionale è del 22,7%), per Nomisma sarebbe possibile la creazione di 4 strutture specializzate, una per regione, per l’avvio di un progetto con un minimo di 1.900 case (meno del 2% del patrimonio abitativo vuoto o non occupato da residenti).
Nomisma propone anche lo sviluppo di un sistema integrato di trasporto a chiamata di breve o medio raggio che consenta alle fasce di popolazione più fragili di raggiungere i punti di interesse pubblici o privati, come ospedali e case di cura, senza l’implementazione di servizi di linea difficilmente sostenibili nel tempo. Visto che le aree del cratere vedono una presenza di over 65 maggiore rispetto alla media nazionale di almeno 3 punti percentuali (25% del totale) mentre la percentuale di giovani (inferiori ai 14 anni) è inferiore di 2 punti percentuali rispetto alla media nazionale, nelle aree del sisma si ipotizza un progetto con nuovi modelli di residenza per un target di popolazione eterogenea.
Questa tipologia di residenze genererebbe, secondo Nomisma, “un modello di coesistenza e di mutuo sostegno tra giovani e anziani e nuclei familiari promuovendo così un supporto reciproco”. Nomisma propone inoltre la realizzazione di uno spazio dedicato alla cura dell’Alzheimer nelle fasi iniziali della malattia nei Comuni colpiti dal sisma: il modello sarebbe quello dei “villaggi Alzheimer”.
C’è anche una proposta sulle cosiddette ‘farmacie rurali’, che riguarda la promozione di un sistema di cure domiciliari che attribuisca alle farmacie un ruolo strategico nell’ambito dell’assistenza integrata e che le ponga come interfaccia di primo livello delle aziende sanitarie pubbliche e della popolazione. Nomisma rileva anche la necessità, per l’area del cratere, di un coordinamento di azioni in ambito sociale con la Fondazione di Comunità “per coinvolgere attivamente cittadini, istituzioni, organizzazioni del Terzo Settore, associazioni e imprese private nella creazione e realizzazione di misure in favore delle aree in cui risiedono”.