Farindola. “I tempi di operatività dei trasferimenti dei magistrati non dipendono dalle decisioni dei medesimi, bensì da quelle dell’Amministrazione di appartenenza”: lo dice all’ANSA il procuratore della Repubblica di Pescara facente funzioni, Cristina Tedeschini, in riferimento al suo ruolo e all’inchiesta che conduce sulla valanga di Rigopiano. La Tedeschini è in procinto di trasferirsi a guidare la Procura di Pesaro, ma al momento non ci sono ancora tempi certi sulle date in quanto la nomina, già effettuata dal Csm, non è stata ancora pubblicata. E in ballo c’è la delicata inchiesta pescarese ancora non arrivata alle prime conclusioni. Il capo della procura di Pescara spiega che “generalmente non vi è alcuna connessione tra la titolarità di una determinata inchiesta e i tempi di operatività di un tramutamento di sede. Poichè tutte le funzioni giudiziarie hanno pari dignità, non vi è alcun incremento retributivo connesso alla titolarità di un determinato incarico giudiziario prosegue .
L’accettazione e la rinuncia al conferimento di incarichi hanno scadenze previste da specifiche norme regolamentari, che non prevedono alcuno spazio per eventuali sopravvenute decisioni del magistrato interessato”. “Mi dissocio recisamente da qualsiasi rappresentazione che faccia apparire lo svolgimento delle mie funzioni nel luogo in cui in atto sono destinata qualcosa di diverso da una prestazione dovuta. Sto valutando la possibilità di agire civilmente per danno alla mia immagine personale e professionale”, conclude il pm riferendosi alle ipotesi fatte che lei stessa avrebbe voluto ritardare il suo trasferimento a Pesaro per continuare a seguire l’inchiesta sull’hotel devastato.