Pescara. Un esposto, in relazione all’archiviazione della posizione del colonnello dei carabinieri forestali di Pescara, Annamaria Angelozzi, nell’ambito delle indagini sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola, è stato presentato da Alessio Feniello, padre di una delle 29 vittime, tramite il suo legale Camillo Graziano. Angelozzi, insieme al consulente della Procura di Pescara Igor Chiambretti, era stata accusata di omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio, sulla base di un precedente esposto presentato dalla difesa dell’indagato Ilario Lacchetta, sindaco di Farindola. Le contestazioni riguardavano, in particolare, la tardiva trasmissione alla Procura dell’annotazione di polizia giudiziaria di un agente della polizia e la presunta omissione delle analisi delle risultanze peritali elaborate dal Ris di Roma sui cellulari delle vittime. Sotto la lente, in particolare, la tardiva trasmissione della telefonata effettuata dal resort, il giorno della tragedia, dal cameriere Gabriele D’Angelo, che alle 11.38 contattò la prefettura per chiedere l’invio dei soccorsi.
Telefonata finita al centro del procedimento per depistaggio, che sarà riunito al procedimento principale nell’udienza in programma venerdì 29 novembre. Il gip del tribunale di Pescara ha archiviato le indagini su Angelozzi e Chiambretti “perché dagli atti non emergono elementi idonei ad esercitare l’azione penale”. L’esposto presentato da Feniello alla Procure di Pescara e Campobasso, “quest’ultima competente ad indagare sull’operato della Procura pescarese”, spiega l’avvocato Graziano, “muove dal fatto che il giudice ha stabilito che non competeva alla Angelozzi inoltrare le annotazioni riguardanti quelle telefonate e allora noi vorremmo sapere a chi competeva inoltrarle tempestivamente o comunque chi aveva il compito di approfondire”. Nell’esposto si chiede inoltre di compiere approfondimenti su uno scambio di missive, di tipo confidenziale, che vedrebbero protagonista l’ex prefetto Francesco Provolo, indagato in entrambi i procedimenti.