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Ricoveri troppo lunghi e sovraffollamento nell’ospedale di Pescara, i sindacati chiedono soluzioni urgenti

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
12 Febbraio 2020
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Pescara. “Apprendiamo dagli organi di stampa che un assessore ed un consigliere del Comune di Pescara hanno effettuato un sopralluogo nel reparto di medicina del San Massimo di Penne. La motivazione di tale iniziativa, riportata negli articoli di stampa, sarebbero i ricoveri troppo lunghi rispetto a quelli previsti dai normali protocolli e che a Penne si permettono il lusso di tenere ricoverati mesi e mesi e che ciò soprattutto negli ultimi mesi, ha generato un sovraffollamento per i reparti di medicina e geriatria dell’ospedale di Pescara.” Tali affermazioni  gettano discredito sull’operato dei dipendenti del reparto di medicina e dell’intero San Massimo di Penne.

Il sovraffollamento dei reparti del “PO” di Pescara, dovuto anche al noto progressivo depotenziamento degli ospedali di Penne e Popoli, esiste da anni e non negli ultimi mesi. La FP CGIL ha segnalato questa situazione ai vertici Asl ed alla Regione con comunicati ed incontri formali più volte. Per ultimo attivando un confronto presso la Prefettura di Pescara  con i vertici ASL. Questa attività di denuncia ha consentito l’apertura di un confronto regionale sul tema che ha visto Fp Cgil Cisl Fp e Uil Fpl denunciare tali situazioni all’Assessore e presentare proposte concrete al tavolo ottenendo l’impegno da parte dell’Assessore alla sanità come ad esempio la creazione di 20 posti di lungodegenza presso il PO di Penne e di altri posti presso la “rsa” di Città Sant’Angelo e contemporaneamente il potenziamento dei  vari Servizi Territoriali.

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Tuttavia a oggi sia la Asl di Pescara che la Regione, nonostante gli impegni assunti, non hanno messo in pratica nessuna azione concreta  per la risoluzione definitiva della problematica. E quindi ben venga la presa di coscienza della problematica del sovraffollamento di alcuni reparti del PO di Pescara, se pur tardiva, dell’Assessore e del Consigliere del comune di Pescara. Le affermazioni riportate dalla stampa appaiano paradossali ed infatti per giustificare il sopralluogo e le competenze a riguardo dichiarano che  prima di effettuare lo stesso hanno avuto contezza dai vertici Asl sulla situazione. Contraddittoriamente affermano però che informeranno il Direttore Generale della Asl e l’Assessore Regionale alla Sanità della situazione.

A quale titolo, con quali competenze, con quali autorizzazioni e a qual fine, un Assessore ed un Consigliere del Comune di Pescara  fanno un sopralluogo in un ospedale di un altro comune dichiarando che “i giorni di ricovero sono molto di più di quelli previsti dai normali protocolli”? Con quale propositi e secondo quali dati gli stessi evidenziano una situazione paragonata come lussuosa e di  privilegio rispetto a quella del presidio ospedaliero di Pescara ?

Il sovraffollamento dell’Ospedale di Pescara non è di certo da imputare all’operato del personale del San Massimo di Penne che, pur  carente, giorno dopo giorno tra mille difficoltà porta avanti i servizi con le limitatissime risorse a disposizione. Inoltre un comunicato di un sindacato autonomo interviene a sostegno dei due esponenti politici. Giova ricordare che in passato, mentre la Cgil chiedeva alla Asl di Pescara e alla Regione assunzioni per le carenze di personale e denunciava il problema del sovraffollamento di alcuni reparti, questa stessa sigla,  anche con articoli su quotidiani locali, appoggiava la direzione aziendale sostenendo che il personale era sufficiente.

Ora si punta invece il dito contro i medici del reparto di Medicina di Penne cercando dagli stessi informazioni sui tempi di dimissione dei pazienti facendo finta di dimenticare che il problema del sovraffollamento non si risolve solo ospedalizzando i pazienti ma attivando una corretta politica sanitaria territoriale che agisca in interconnessione con le aziende ospedaliere territoriali e regionali. Ai cittadini, oltre alla possibilità di avere un ricovero dignitoso, va garantita l’assistenza a 360 gradi , per la quale Cgil, Cisl e Uil hanno richiesto soluzioni urgenti all’Assessore alla Sanità Regionale.

 

 

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