Sulmona. Viene ricoverata all’ospedale di Sulmona per alcuni valori al di sotto della norma, ma nel corso della permanenza in ospedale le sue condizioni si aggravano e a distanza di tre giorni muore. Un vero e proprio giallo quello sulla morte di un’ anziana donna di 87 anni, E.B. di Sulmona. Come riporta Il Centro la procura, su sollecitazione dei parenti, è intervenuta fissando l’autopsia e sequestrando la cartella clinica della donna. L’anziana viene ricoverata in urologia (per mancanza di posti letto) per acetosi metabolica. La terapia fa effetto e il giovedì sera la donna sta già molto meglio. Dall’urologia l’87enne donna viene trasferita nel reparto di medicina. Il venerdì la donna, dorme dalle 9 alle 19, in uno stato di semi coscienza. Alla figlia viene detto dal personale che la donna la notte è stata molto agitata e le è stato somministrato un calmante. L’altra anziana ricoverata nella stessa stanza, però, avverte la figlia della 87enne che la donna nella notte sarebbe rimasta incastrata nelle sbarre del letto e almeno quattro infermieri sarebbero intervenuti per risolvere la situazione. La donna infatti ha dei lividi sul corpo. La figlia si rivolge al medico del reparto e alle 18 di venerdì 12 agosto la 87enne viene sottoposta all’esame della Tac. Il risultato rivela che ha la base del collo spezzata di netto. Viene interessato il reparto di neurochirurgia del San Salvatore dell’Aquila che, esaminata la situazione stabilisce che la donna, in quella situazione, non può essere sottoposta a intervento chirurgico. Alle 7 di sabato 13 agosto la donna entra in coma, alle 10,37 muore. La figlia si rivolge ai carabinieri per conoscere la verità sulla morte della madre. Scatta l’inchiesta e il sostituto procuratore Aura Scarsella, dispone l’autopsia e il sequestro della cartella sulla quale la morte sarebbe sopraggiunta per arresto cardiocircolatorio.