L’Aquila. Il Partito Democratico abruzzese, dopo l’Assemblea che il 14 settembre scorso a Montorio al Vomano ha approfondito le questioni e i problemi relativi alla ricostruzione (sia per quanto concerne il cratere 2009 che il cratere 2016/2017) ha elaborato il documento “Ricostruire ora” in dieci punti, a seguito degli spunti e delle proposte sollevate nel corso della Tavola rotonda a cui hanno partecipato Fabrizio Curcio (Consigliere del Presidente del Consiglio dei Ministri ed ex Capo della Protezione civile), Luca Ceriscioli (Presidente della Regione Marche), Gianguido D’Alberto (Sindaco di Teramo), Stefania Pezzopane (Deputata) e Pietro Di Stefano (ex Assessore alla Ricostruzione del Comune dell’Aquila) che ha messo a confronto le difficoltà vissute col sisma del 2009 con quelle dei terremoti del 2016 e del 2017.
Il documento “Ricostruire ora”, spiega il segretario del Pd Abruzzo Michele Fina, “è inviato ai rappresentanti del governo e del Pd nazionale, perché le proposte e i problemi che solleva vengano presi in considerazione con la massima urgenza. Riteniamo che da una rapida presa in carico dei processi di ricostruzione in Abruzzo e in generale in tutto il Centro Italia passi la sopravvivenza di una parte rilevante di Italia appenninica: non può che essere una questione nazionale”.
Ecco le dieci questioni che il documento “Ricostruire ora” chiama alla risoluzione:
1) Va sgombrato il campo della spada di Damocle della restituzione delle tasse richiesta alle imprese, risalenti al terremoto del 2009, in un’ottica di parità di trattamento rispetto agli eventi analoghi;
2) Occorre definire e approvare una legge quadro per tutte le emergenze che si verificano nel territorio nazionale, affinché non si generi incertezza a ogni evento (come nei casi del 2009 e del 2016/2017) e si uniformino procedure e diritti delle popolazioni;
3) Vanno definite azioni specifiche per permettere la ricostruzione cosiddetta “leggera” per i terremoti del 2016 e del 2017;
4) Va predisposto un intervento normativo per evitare l’accumulo degli incarichi di progettazione da parte degli studi tecnici che rallentano in modo significativo la ricostruzione, in entrambi i crateri;
5) Vanno varate norme straordinarie per la ricostruzione pubblica;
6) Occorre una maggiore responsabilizzazione, con aumento di funzioni, per i sindaci dei Comuni del territorio del cratere 2016/2017;
7) Vanno varate norme sui poteri sostitutivi dei Comuni nei confronti dei cittadini o soggetti inadempienti alla presentazione dei progetti. Come esempio guida è di grande utilità la delibera del Comune dell’Aquila risalente al giugno 2016 proprio sul tema dei poteri sostitutivi in caso di inadempimento;
8) Occorre definire un limite degli interventi della giustizia amministrativa in caso di interventi di ricostruzione quando questi riguardano la sicurezza e la ripresa dei centri colpiti;
9) Vanno varate norme sugli uffici del Genio Civile in materia di progetti di ricostruzione. Gli uffici del Genio Civile non reggono l’urto di un flusso cospicuo di progetti come quelli della ricostruzione privata per le forti carenze di personale. Occorre intervenire con norme specifiche in tale senso anche mutuando l’esempio delle SOA o delle Società di verifica dei progetti pubblici;
10) Occorre rilanciare un’azione per la messa in sicurezza dei centri storici dell’appennino e una politica per la loro rinascita economica e sociale. La ricostruzione in sicurezza e la difesa delle peculiarità storiche dei centri minori costituisce l’occasione per una politica rivolta alla ricettività turistica e l’apertura di piccole imprese verdi.
2) Occorre definire e approvare una legge quadro per tutte le emergenze che si verificano nel territorio nazionale, affinché non si generi incertezza a ogni evento (come nei casi del 2009 e del 2016/2017) e si uniformino procedure e diritti delle popolazioni;
3) Vanno definite azioni specifiche per permettere la ricostruzione cosiddetta “leggera” per i terremoti del 2016 e del 2017;
4) Va predisposto un intervento normativo per evitare l’accumulo degli incarichi di progettazione da parte degli studi tecnici che rallentano in modo significativo la ricostruzione, in entrambi i crateri;
5) Vanno varate norme straordinarie per la ricostruzione pubblica;
6) Occorre una maggiore responsabilizzazione, con aumento di funzioni, per i sindaci dei Comuni del territorio del cratere 2016/2017;
7) Vanno varate norme sui poteri sostitutivi dei Comuni nei confronti dei cittadini o soggetti inadempienti alla presentazione dei progetti. Come esempio guida è di grande utilità la delibera del Comune dell’Aquila risalente al giugno 2016 proprio sul tema dei poteri sostitutivi in caso di inadempimento;
8) Occorre definire un limite degli interventi della giustizia amministrativa in caso di interventi di ricostruzione quando questi riguardano la sicurezza e la ripresa dei centri colpiti;
9) Vanno varate norme sugli uffici del Genio Civile in materia di progetti di ricostruzione. Gli uffici del Genio Civile non reggono l’urto di un flusso cospicuo di progetti come quelli della ricostruzione privata per le forti carenze di personale. Occorre intervenire con norme specifiche in tale senso anche mutuando l’esempio delle SOA o delle Società di verifica dei progetti pubblici;
10) Occorre rilanciare un’azione per la messa in sicurezza dei centri storici dell’appennino e una politica per la loro rinascita economica e sociale. La ricostruzione in sicurezza e la difesa delle peculiarità storiche dei centri minori costituisce l’occasione per una politica rivolta alla ricettività turistica e l’apertura di piccole imprese verdi.