L’Aquila. Riaprire o non riaprire, questo è il dilemma, tra casi covid in aumento e piano vaccinale in pieno work in progress. La vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi (ANP) del Lazio Cristina Costraelli, in un video postato sulla sua pagina Facebook dice la sua: “La scuola pensava di arrivare a fine anno seguendo una linea di stabilità, non variando sulla percentuale di presenza dal 50 fino al 75% sui cui gli istituti superiori si erano orientati nei loro sistemi di funzionamento in emergenza. Con la riapertura al 100% nelle regioni gialle e arancioni, prevista dal governo per lunedì 26, la preoccupazione è tanta. Perché, nei fatti, si tratta di una questione impossibile da risolvere”.
La vicepresidi ha proseguito, affermando che: “Da un lato ci sono, infatti le norme di distanziamento che contemplano il metro di distanza minimo tra due studenti, a cui si aggiunge la circolare di aprile del Ministero della Salute che suggerisce di arrivare, ove possibile, a due metri di distanza; dall’altro ci sono i piani di affollamento di aule che possono accogliere 20 alunni dove ne dovremmo mettere 30. Si tratta di una dicotomia materialmente insuperabile”. Inoltre, aggiunge la vicepresidente ANP: “A questo si sommano i nodi non risolti: dal tracciamento fino all’aumento dei casi positivi negli istituti, cosa che comporta disservizi per l’organizzazione scolastica per l’indisponibilità di docenti. Chiediamo di avere soluzioni a portata di mano”, conclude la Costarelli, “Per superare la dicotomia tra distanziamento e necessità prevista di far tornare tutti gli studenti, e che davanti a situazioni di non accoglienza di parte dei ragazzi in classe le responsabilità non ricadano sui dirigenti scolastici”.