L’Aquila. “Il Comune provvederà a recuperare i soldi dei morosi anche dai contributi privati per la ricostruzione delle loro abitazioni”. Così il primo cittadino Massimo Cialente contro gli assegnatari di progetti C.a.s.e e Map, per nulla intenzionati a pagare bollette per consumi al metro quadrato e canoni di compartecipazione per servizi che definiscono “carenti o inesistenti”. La vicenda che prende le mosse dalla condanna della Corte dei conti per danno erariale, relativa alla gestione dei progetti C.a.s.e. e Map e in particolare ai mancati sfratti dei morosi, inflitta allo stesso sindaco, a due assessori, Fabio Pelini eAlfredo Moroni (quest’ultimo ex) e una dirigente del Comune, Patrizia Del Principe, per complessivi 150 mila euro. Il primo cittadino ribadisce che “si recupereranno le somme in tutti i modi possibili consentiti dalla legge perché non è giusto che tutta la cittadinanza debba pagare per chi non vuole tirare fuori i soldi”. A spiegare le modalità di decurtazione dei soldi di bollette e canoni dai contributi per la ricostruzione privata l’avvocato del Comune Domenico De Nardis: “Visto che in linea di principio il debitore risponde con tutti i propri beni delle obbligazioni che contrae, il Comune si è orientato ad operare mediante interventi di decurtazione sui contributi della ricostruzione spettanti ai singoli debitori”. “A a causa del sisma è stato costruito il Progetto Case e sono stati assegnati gli alloggi a chi è stato colpito dal terremoto, e se quest’ultimo contrae obbligazioni per la gestione di questi immobili, è giusto anche che i fondi di spettanza dei singoli debitori possano essere presi dall’amministrazione per pagare questi debiti”. Intanto, ha spiegato la dirigente del settore Ricostruzione pubblica e Patrimonio Enrica De Paulis: “Da giugno 2014 fino a oggi abbiamo inviato 1900 solleciti di pagamento tra affitti e bollette, e centinaia e centinaia di ingiunzioni di pagamento”. La scure sta per abbattersi sui morosi totali, “con l’invio di procedimenti di revoca degli alloggi – ha proseguito – Hanno dieci giorni di tempo per iniziare a mettersi in regola. Se non lo faranno entro 30 giorni scatterà lo sfratto”. “Per l’anno 2015 basterà non pagare tre rate di canoni per far partire gli sgomberi. Non guarderemo più in faccia a nessuno: chi paga resta, chi non paga va via”.