L’Aquila. La Regione Abruzzo resisterà in ogni sede e con ogni strumento alla assurda decisione del Governo di impugnare la legge regionale che fissa regole chiare e univoche per l’assegnazione degli alloggi popolari agli aventi diritto.
Una legge che, per la prima volta, ha stabilito parità di trattamento tra cittadini italiani e stranieri, imponendo a tutti di dimostrare la propria condizione economica con atti e documenti, e non con una semplice autocertificazione”. Così il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri sottolineando che “fino al pronunciamento della Corte costituzionale, la legge è regolarmente in vigore e produce i propri effetti, perché per il centrodestra c’è un unico comandamento: legalità assoluta nelle nostre case popolari”.
“Nel documento normativo” ha poi ricordato il presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo, Sospiri “abbiamo inserito alcuni elementi cardine innovativi e attesi da tempo: si parte da un assunto, ovvero tutti hanno diritto alla casa popolare, cittadini italiani e stranieri che, allo stesso modo però,
dovranno dimostrare di non essere titolari di altri immobili, in Italia o all’estero, e tutti devono certificare il proprio reddito fiscale. Una previsione che non determina alcuna penalizzazione nei confronti dei cittadini stranieri regolari i quali, attraverso le proprie ambasciate e consolati, possono tranquillamente produrre i documenti necessari, esattamente come previsto per accedere al reddito di cittadinanza”.
“In altre parole” spiega “abbiamo chiesto di applicare ai cittadini stranieri regolari presenti sul territorio le stesse, identiche regole imposte alle famiglie italiane, garantendo veramente parità di condizioni e di trattamento. Tanta uguaglianza però non piace al governo giallorosso che, in modo assurdo e al di fuori di ogni logica, ha ritenuto discriminatorio chiedere ai cittadini stranieri di certificare la propria condizione di reddito e di patrimonio prima di assegnargli una casa popolare”. Secondo Sospiri “il governo giallorosso vuole continuare a difendere il principio contrario, ossia gli italiani devono certificare e dimostrare carte alla mano la propria condizione, il proprio reddito e il proprio patrimonio, per poi essere pure sottoposti ai controlli di rito, mentre per gli stranieri vale la parola, quindi nessun documento che attesti la condizione, ma bisogna fidarsi
esclusivamente delle loro dichiarazioni e della loro autocertificazione di essere poveri e di non avere proprietà in patria”.
Sospiri conclude: “È evidente quanto sia infondato e inaccettabile un tale ragionamento quindi è chiaro che la Regione Abruzzo non ritirerà la propria legge, non la modifichiamo, ma ci prepariamo a resistere in giudizio. Difenderemo la nostra norma di buon senso dinanzi alla Corte costituzionale” ha ribadito il presidente Sospiri “con il sostegno dei tanti cittadini perbene che ci hanno chiesto regole nuove e più severe per ripristinare la legalità e il diritto nelle case popolari”.