Alba Adriatica. Galeotto fu il post sul suo profilo Facebook, in cui raccomandava una strategia sicura in materia di migranti, come “regalare a chi non ha diritto di stare in Italia una crociera senza ritorno per la costa africana”. Dopo le polemiche di fine agosto, la rimozione dei post e la correzione del tiro sulle frasi somiglianti più a un segretario leghista che del Pd, Gabriele Viviani (segretario della sezione comunale di Alba Adriatica, in provincia di Teramo) adesso si vede presentare il conto dal partito: la commissione di garanzia democratica regionale ha commissariato la sezione e Viviani è stato rimosso dalla responsabilità di dirigerla e non potrà più tesserarsi col Pd. I primi a rallegrarsi di questo provvedimento, che acuisce le polemiche interne ai Dem locali, sono gli esponenti di Sinistra Italiana, quegli stessi che allora gridarono allo sdegno. ”Non tutte le ciambelle riescono con il buco – scrive Daniele Licheri, segretario regionale di SI Abruzzo -.
Sinistra Italiana è aperta a discutere con tutti, ma con chi manifesta intolleranza e razzismo non abbiamo altre parole se non di condanna. Soffiare sul fuoco dell’odio, deridere o essere sprezzante sulla pelle di persone che vivono situazione drammatiche è intollerabile e purtroppo ormai alla scuola di Salvini ci sono troppi scolari che sperano di prendere qualche voto in più giocando sulla pelle dei migranti. Spero che Viviani abbia imparato la lezione, e che il Partito Democratico stia più attento alla selezione del suo gruppo dirigente. Ma l’estromissione di Viviani è vista da molti come una vendetta postuma, consumata sull’altare dell’imminente congresso provinciale che contrappone due ‘correntoni’ interni ai Dem teramani. Non a caso l’ormai ex segretario è il fautore della sconfitta renziana alle primarie di aprile, dove proprio Alba Adriatica fece segnare l’exploit di Orlando in assoluta controtendenza rispetto al nazionale e quello stesso che dichiaratamente aveva votato “no” al referendum costituzionale di dicembre.
“E’ evidente che si vuole colpire me colpendo persone che mi sono vicine, la mia storia parla chiaro e credo che certe mie battaglie, come l’ultima relativa alla richiesta di compiere approfondimenti sulle vaccinazioni, non siano state gradite”. Così Sandro Mariani,
esponente del Pd teramano e capogruppo in Consiglio regionale, commenta la decisione della Commissione di garanzia interna del Pd, che ha fatto decadere dalla carica il segretario cittadino di Alba Adriatica, per violazione del codice etico del partito, dopo i post anti-immigrati pubblicati su Facebook a fine agosto. “Se però la linea del partito è quella di omologare pensieri e azioni – aggiunge Mariani – allora in questo partito non mi ci riconosco più”. Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale fa sapere che “ci saranno le sedi e le occasioni per discutere di quanto accaduto” e che “ha già chiesto un incontro al segretario regionale per capire quale sia la linea del partito”. Inoltre Mariani rimarca che “è alle porte il congresso regionale del Pd e in quella sede vedremo se ci cacceranno tutti e ci
costringeranno a prendere strade diverse”.