
“È in qualche modo deludente constatare la necessità di ripetere, e ancora, e ancora, e ancora una volta”, sottolineano, “l’urgenza di questo provvedimento di civiltà nel nostro Paese, l’urgenza di riconoscere, finalmente, per legge l’esistenza delle persone LGBTQI+, finora costrette, condannate a vivere nell’invisibilità.
È un disegno di legge che, lo abbiamo ripetuto ancora – è importante ripetere – dovrebbe essere votato senza tentennamenti ed in maniera trasversale, come dimostra, tra l’altro, lo struggente intervento in Senato della Senatrice Masini”.
“Sono troppi i tentativi falliti negli ultimi 25 anni di introdurre in Italia gli strumenti normativi che occorrono per tutelare le persone marginalizzate, e questo non può essere l’ennesimo. Questa legge”, precisano, “deve essere foriera di un percorso che porti il nostro Paese a riconoscere tutte le identità, questa legge deve essere il punto di partenza per andare oltre il mero concetto di inclusione – che prevede una parte inclusa ed una includente – e realizzi finalmente al suo interno una piena convivenza delle differenze. Non è impossibile farlo e certamente è doveroso, ciò che manca è forse la volontà politica, di una politica che ha dimostrato di essere anni luce indietro rispetto alla società che, sondaggi alla mano, è in gran parte favorevole all’approvazione di questo disegno di legge”.
“Nel luogo più importante della nostra democrazia stiamo assistendo ad una narrazione e ad una retorica completamente degenerata, che non tratta più nulla nel merito ed è offuscata dalla logica degli schieramenti e dell’opposizione ad ogni costo. Non è tollerabile sentir nel Senato della Repubblica”, proseguono, “e ci ha addolorato citare queste parole, ma non possiamo abituarci a sentirle, quindi dobbiamo indignarci, denunciare – frasi oltraggiose e omobitransfobiche come: “Dopo la finale degli Europei i giocatori hanno chiamato la mamma, non il genitore 1”, “I bambini hanno diritto a una mamma e a un papà e a non essere acquistati su internet”, “Grazie alla carriera alias, un ragazzo oggi può dire: “io sono Simone, ma oggi mi sento Simona”, “Vogliono un mondo globalizzato in cui si possono vendere smalti per femmine, smalti per maschi, smalti per unghie di femmine, smalti per unghie di maschi.”, frasi che assolutamente nulla hanno a che fare con la legge Zan, ma hanno il solo scopo di radicalizzare ulteriormente l’elettorato di destra, spaventarlo, spingerlo a escludere ancor di più le persone LGBTQI+ dalla società”.
“Tutto ciò non è tollerabile, e chiunque si ritenga progressista non può che condannare fermamente questa narrazione e non può che rifiutare ogni compromesso con chi ha interesse solo – e lo ha dimostrato – nell’affossare questa legge. Non c’è spazio per trattative e tatticismi, non è accettabile fare passi indietro per strizzare l’occhio al Vaticano. Questa legge va discussa nel merito, e va quindi approvata, subito. Se chi l’ha votata alla Camera la votasse anche al Senato, passerebbe. Tutto il resto è sporco tatticismo fine a se stesso fatto sulla pelle e sui corpi delle persone. Approvate questa legge”, conclude Possibile Abruzzo nella nota,”prima di terminare abbiamo ricordato Federico Aldrovandi, che ieri l’altro avrebbe compiuto 34 anni se non fosse stato ucciso “senza una ragione” da agenti che, ancora oggi, sono in servizio.”