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Piano lupo, l’Abruzzo dice no all’ipotesi di abbattimento in deroga alla Conferenza Stato-Regioni

Redazione Centrale di Redazione Centrale
7 Dicembre 2017
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L’Aquila. In Conferenza delle Regioni, giunge all’esame il “Piano di Conservazione e Gestione del Lupo” in Italia, posto all’ordine del giorno della seduta pomeridiana della Conferenza Stato-Regioni. Fra le proposte spiccava quella avanzata dal Veneto e (in parte) dalle provincie autonome di Trento e Bolzano, con cui le stesse subordinavano il loro assenso all’inserimento nel piano di una singolare moratoria “al contrario”: via libera al ‘Piano Lupo’ includente sia il differimento biennale delle relative attività gestionali e sia la piena e immediata operatività della norma sugli abbattimenti in deroga. Una posizione incomprensibile; non si capisce, infatti, l’utilità del biennio “sabbatico” mantenendo al contempo la possibilità degli abbattimenti in deroga, a prescindere dalle risultanze di studi, monitoraggi e attività di prevenzione. Abbiamo, dunque, ritenuto tale opzione assolutamente impraticabile, evidenziandone le motivazioni nella seduta della Conferenza delle Regioni, che, fra l’altro, ha sospeso l’esame del Piano disponendone il rinvio nella competente “Commissione delle Regioni”. Nello specifico, l’eventuale “moratoria” dovrebbe sostanziarsi in maniera diametralmente opposta, ovvero procedere alla repentina approvazione del “Piano Lupo”, alla contestuale previsione di un adeguato sostegno finanziario per sostanziare la fase attuativa e, tra due anni e dati scientifici alla mano, ad effettuare tutte le valutazioni per la migliore soluzione da adottare e sua progressiva attuazione. Riteniamo, dunque, che il Piano possa e debba essere approvato al più presto, escludendo il ricorso tout court agli abbattimenti in deroga, che non risolvono i problemi della convivenza tra lupo ed attività produttive, come dimostrano le esperienze negative della Francia e di altri Paesi europei. Al contrario, i casi di prevenzione, dove attuati utilizzando i fondi europei già disponibili per gli allevatori, hanno dimostrato un netto calo dei danni, come ad esempio in Piemonte ed Emilia-Romagna, consentendo di ricorrere agevolmente agli indennizzi per i pochi casi irrisolvibili. Ecco perché riteniamo imprescindibile approvare il Piano unitamente ad un’adeguata dotazione finanziaria per le indispensabili attività di monitoraggio e per l’attuazione di idonee misure di prevenzione finalizzate ad attenuare le situazioni conflittuali e limitare drasticamente il fenomeno del bracconaggio.

 

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