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Pellegrini lascia l’Abruzzo per avere accesso alle cure a base di cannabis

Redazione Centrale di Redazione Centrale
29 Settembre 2016
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Pescara. Fabrizio pellegrini“Il Magistrato di Sorveglianza di Pescara Francesca Del Villano ha autorizzato il trasferimento di Fabrizio Pellegrini nella città di Bologna, presso una struttura reperita grazie all’interessamento di Luigi Manconi (Pd): di fatto è stato costretto a lasciare la regione che gli nega le cure mediche perché incapace di attuare le sue stesse leggi”. Lo dichiara Vincenzo Di Nanna, legale di Pellegrini e segretario di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi. “Non solo Pellegrini è stato condannato perché rifiutava di finanziare la criminalità organizzata acquistando la cannabis che gli era stata prescritta come unica terapia efficace, ma la ASL di Chieti, che già aveva preteso si pagasse da solo l’importazione dei farmaci a base di cannabis, non ha saputo o voluto tutelare i diritti del malato neppure dopo la scarcerazione, benché diffidata. Fatto, questo, che non sarebbe avvenuto se solo la Regione Abruzzo avesse dato attuazione a una legge già esistente, che consente la somministrazione della cannabis terapeutica a titolo gratuito per i malati indigenti”, prosegue Di Nanna. “Se sul fronte giustizia sommiamo la vicenda di Fabrizio, il commissariamento nonché l’esposto per danno erariale da noi presentato per il mancato superamento degli Opg e l’assurda farsa che continua a protrarsi sulla elezione del Garante dei detenuti con i ‘giochi’ ormai grotteschi intorno alla nomina di Rita Bernardini, otteniamo un Consiglio regionale completamente incapace di far fronte alle esigenze più basilari. Se è vero infatti che il caso Pellegrini era dovuto a suo tempo a una inadeguatezza del quadro legislativo, è vero anche che nel frattempo, grazie alla ‘legge Acerbo’, quel vuoto era stato colmato: perciò se oggi è costretto a lasciare la nostra regione lo dobbiamo solo alla Giunta”.

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