“Le scuole non rappresentano un moltiplicatore di infezioni, ma non sono più protette del resto della comunità e il tasso di infezione scolastica appare seguire quello della comunità circostante”. Pertanto, la probabilità di infezione in una scuola non è significativamente diversa da quella della società nel suo complesso”. E’ questa la conclusione di un’analisi condotta da Enrico Bucci e Antonella Viola
del Patto Trasversale per la scienza.
“Al momento non esistono motivi per evocare la chiusura delle scuole più di quanto non ve ne siano per un lockdown dell’intera società, ma è urgente intervenire su regole e procedure. È bene che a scuola tutti utilizzino sempre le mascherine. Il rischio di contagio in presenza di un alunno positivo si riduce enormemente se tutti utilizzano correttamente le mascherine anche durante le lezioni. Suggeriamo l’uso di mascherine Ffp2 per i docenti, i quali devono indossarla anche durante la lezione. In assenza dell’uso continuativo obbligatorio, anche ai banchi, delle mascherine, tutti gli alunni di una classe in cui si trovi un positivo devono essere considerati contatti stretti e messi in quarantena fino a test rapido o test molecolare. In presenza di mascherine usate in maniera continuativa ed obbligatoria, gli alunni di una classe in cui si trovi un positivo, non sono contatti stretti ma vengono ugualmente esaminati subito con i test rapidi”.