L’Aquila. Nuovi santi nel nome della pace. “Mentre tristemente nel mondo crescono le distanze e aumentano le tensioni e le guerre, i nuovi santi ispirino soluzioni di insieme, vie di dialogo, specialmente nei cuori e nelle menti di quanti ricoprono incarichi di grande responsabilità e sono chiamati a essere protagonisti di pace e non di guerra”. Chiudendo la messa in cui ha proclamato dieci nuovi santi, e introducendo la preghiera del Regina Caeli, papa Francesco non perde l’occasione per un nuovo richiamo sui conflitti internazionali. Ad acclamarlo sono presenti in Piazza San Pietro 50 mila persone, per lo più dai Paesi d’origine dei dieci elevati alla venerazione universale: oltre che dall’Italia, nazione di cinque canonizzati, da Francia, con tre, India e Olanda, con uno ciascuno.
Tra i nuovi santi, spiccano i nomi del religioso francese Charles de Foucauld (1858-1916), esploratore del Sahara e studioso della lingua e cultura dei Tuareg, pioniere del dialogo con civiltà e fedi diverse. E del prete olandese Titus Brandsma (1881-1942), giornalista martire del nazismo, ucciso a Dachau. C’è anche il primo indiano, Lazzaro detto Devasahayam (1711-1752), ex ufficiale assassinato per la sua conversione al cristianesimo. Gli altri sono tutti religiosi fondatori di ordini ecclesiastici: i francesi Cesar De Bus (1544-1607) e Marie Rivier (1768-1838). Quindi i cinque italiani: il bergamasco Luigi Maria Palazzolo (1827-1886), il napoletano Giustino Maria Russolillo (1891-1955), la piemontese morta in Uruguay Maria Francesca di Gesù Rubatto (1844-1904), la palermitana Maria di Gesù Santocanale (1852-1923) e la veneta Maria Domenica Mantovani (1862-1934).
I vari Paesi sono rappresentati sul sagrato della Basilica dalle delegazioni ufficiali, quella italiana guidata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che il Papa non manca di salutare al Regina Caeli. Ne fa parte anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. “È bello constatare che, con la loro testimonianza evangelica, questi santi hanno favorito la crescita spirituale e sociale delle rispettive Nazioni e anche dell’intera famiglia umana”, sottolinea Francesco. Tra le notizie consolanti di questa festa della fede, il fatto che l’85/enne Bergoglio si mostra in buone condizioni rispetto al dolore al ginocchio destro che lo perseguita da mesi: malgrado la difficoltà a camminare, lascia da parte la sedia a rotelle usata negli ultimi giorni e conduce con sicurezza una messa che lo tiene in piedi per quasi due ore. Al termine anche il bagno di folla nel giro in ‘papamobile’. Il suo amico teologo Victor Manuel Fernandez, arcivescovo di La Plata, su Twitter dice di averlo trovato “in ottima salute”, per il problema al ginocchio “ogni giorno si sottopone a più di due ore di riabilitazione, che sta dando risultati”, e “a parte questo, sta meglio che mai”.
Durante la messa, quando dopo la ‘petitio’ del cardinale prefetto delle Cause dei Santi Marcello Semeraro e la lettura delle biografie, Francesco pronuncia la formula di canonizzazione dei nuovi santi, un grande applauso si leva dalla piazza. “La santità non è fatta di pochi gesti eroici, ma di tanto amore quotidiano”, spiega nell’omelia. “Sei una consacrata o un consacrato? – ce ne sono tanti, oggi, qui – Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato o sposata? Sii santo e santa amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore, una donna lavoratrice? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli, e lottando per la giustizia dei tuoi compagni, perché non rimangano senza lavoro, perché abbiano sempre lo stipendio giusto. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Dimmi, hai autorità? – e qui c’è tanta gente che ha autorità – Vi domando: hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali”. “Questa è la strada della santità, così semplice! Sempre guardare Gesù negli altri. Servire il Vangelo e i fratelli, offrire la propria vita senza tornaconto – questo è un segreto: offrire senza tornaconto -, senza ricercare alcuna gloria mondana: a questo siamo chiamati anche noi”, conclude il Papa.