L’Aquila. Annalisa De Simone nasce a L’Aquila trentadue anni fa e oggi vive a Roma. “Non adesso, per favore” è il suo secondo romanzo, uscito il 10 marzo scorso per la casa editrice Marsilio. Non è un caso che la giovane scrittrice abbia scelto ieri, in collaborazione con la libreria Colacchi, di tenere la sua prima presentazione davanti al pubblico aquilano, nell’Auditorium del Parco, e non è un caso che Paolo Mieli, saggista e grande giornalista italiano, ora presidente di RCS Libri, abbia voluto presenziare in veste di moderatore. La seconda parte del romanzo è ambientata proprio a L’Aquila, nei giorni bui del terremoto. Candidato al Premio Strega 2016, è un romanzo che promette bene, in cui la complessa storia d’amore tra Annalisa e lo scrittore Vittorio Ferretti diviene un pretesto per indagare a fondo nell’animo della protagonista, alla ricerca di amore, affetto e di forti relazioni umane. Nella loro vita di coppia, spiega l’autrice, si alternano due regni contrapposti: di notte la seduzione di lei a letto, di giorno lo status sociale di lui, con i suoi misteri e i suoi silenzi. Oppressa da un padre burbero e severo e da una convivenza in cui si riconosce sempre meno, Annalisa è una donna insicura, ma cerca un riscatto nel sogno di scrivere. Fanno da sfondo due città, vicine geograficamente eppure così diverse: Roma da un lato, L’Aquila dall’altro. Il terremoto che sconvolgerà di lì a poco il capoluogo d’Abruzzo si innesterà violentemente nella vita della coppia, come un grosso trauma da cui ripartire. “E’ una città che amo, persone che amo, un modo di essere degli ultimi sette anni che mi è molto piaciuto, dignitoso, senza lacrime”: Paolo Mieli descrive così il suo amore per il capoluogo abruzzese, dove è stato più volte e in cui promette di tornare, ed erge la resilienza degli aquilani a modello per combattere il clima di paura che dilaga in Europa a causa del terrorismo. Gli aquilani sono riusciti ad “imparare a convivere con queste dimensioni, senza essere recriminatori oltre misura, capendo che c’è una dimensione drammatica della vita e che si può continuare a vivere, facendo di queste occasioni drammatiche un punto di ripartenza”. Questo, secondo il noto giornalista italiano, deve essere l’atteggiamento dell’Europa contro il terrore. Tornando al romanzo precisa: “Non è un libro luttuoso: è un testo che lascia una fortissima speranza”. “Non adesso, per favore” è il libro della rinascita, la stessa che gli aquilani hanno inseguito in quei giorni di macerie e disperazione, giorni descritti crudamente, senza retorica di sorta. Ma la scelta di ambientare un romanzo in un contesto così delicato non è stata affatto semplice per la giovane De Simone, che temeva di strumentalizzare una tragedia: “Mi sono fatta questa domanda in maniera molto profonda e molto seria: poi ho creduto che nel censurare il terremoto sarei stata un’ipocrita perché in fondo l’ho vissuto come voi, in maniera diversa a seconda dell’intensità e del dolore che a ognuno di noi è toccato di vivere. Mi sento invece fiera di aver portato nelle mie pagine, nella mia storia, un qualcosa che ha fatto tanto parte della mia esperienza e della nostra”. @DiegoRenzi