Chieti. Aderendo alla diffida che gli era stato inviata alcuni giorni fa dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso, il direttore generale della Asl Lanciano Chieti Pasquale Flacco ha inviato al governatore tutta la documentazione inerente la procedura di valutazione del project financing per la costruzione di un nuovo ospedale a Chieti, al posto dell’attuale che secondo gli esperti non è sicuro dal punto di vista statico e sismico. Contestualmente Flacco ha disposto la revoca immediata dall’incarico di responsabile unico del procedimento nei confronti dell’ing. Filippo Manci. Nel da notizia in una nota il presidente della commissione vigilanza del consiglio regionale, il forzista Mauro Febbo, che unico nel suo partito e insieme al M5S, sta conducendo una dura battaglia contro la proposta di project financing presentata da un’Ati capitanata dal colosso veneto delle Costruzioni Maltauro. D’Alfonso ha avocato alla presidenza la decisione perchè da tre anni la Asl provinciale di Chieti non da risposte soprattutto sulla pubblica utilità, atto propedeutica alla gara europea sull’appalto nella quale la proponente comunque ha il diritto di prelazione. La proposta, caratterizzata da polemiche e ritardi, di un ospedale di circa 500 dal costo di 225 milioni a totale carico del privato che in cambio incassa i danari della gestione per 30 anni dalla Asl, era stata presentata all’ex presidente di centrodestra, Gianni Chiodi, quando Febbo era assessore. “Un epilogo peggiore di questo era inimmaginabile e tutta la vicenda relativa del nuovo ospedale SS. Annunziata assume, giorno dopo giorno, contorni sempre più preoccupanti e allarmanti dove emerge ancora di più la forzatura di D’Alfonso”, commenta Febbo che questa mattina si è recato di persona presso la Direzione generale della Asl al fine di reperire l’ultima documentazione relativa al Project financing. ”Ciò che emerge è ancora più grave di quanto immaginavo. Ho scoperto aggiunge Febbo che esistono due lettere, entrambe del 12 maggio scorso, a firma del direttore Flacco dove spiccano chiaramente ancora le gravi incongruenze e lacune che vi sono da parte della stessa Asl per chiudere il procedimento di pubblica utilità. Infatti il direttore Flacco in una prima lettera solleva l’ing. Filippo Manci dall’incarico di Rup. Mentre nella seconda lettera dispone l’invio al presidente D’Alfonso e all’assessore Paolucci, per conoscenza alle due società interessate al progetto di finanza, di tutta la documentazione richiesta. Cosa importante, in quest’ultima lettera, Flacco, oltre a rigettare al mittente l’accusa di ”una condotta dilatoria ed omissiva, tra l’altro irrispettosa del puntuale dettato normativo” da parte della Asl, sottolinea di nuovo le criticità ancora esistenti visto i pareri contrari. Nello specifico sottolinea e fa riferimento chiaramente al parere contrario emesso dal Rup ing. Filippo Manci in data 14 aprile dove vi erano ancora tre criticità da sanare e al parere, sempre contrario, della consulente Veronica Vecchi, chiamata a pronunciarsi sul procedimento economico finanziario, dove scrive tra l’altro che ”la proposta così formulata ha mostrato una serie di criticità soprattutto in termini di rigidità e di scarsa sostenibilità. Fa dunque specie che il proponente non abbia cercato di interiorizzare queste evidenze nella proposta per rendere il progetto più sostenibile”. Rimangono aperti conclude Febbo che domani terra’ una conferenza stampa tutti i dubbi sollevati e denunciati dal sottoscritto”.
“Una condotta gravemente illegittima”, “un’istruttoria decisamente e colpevolmente superficiale”, “una gestione della procedura non improntata ai canoni di imparzialità e trasparenza”. Sono le accuse formulate nei confronti della Asl Lanciano Vasto Chieti da Alberto Liberatori, amministratore delegato dell’impresa di costruzioni Maltauro (Icm), il colosso veneto che insieme alla Abp Nocivelli è proponente del project financing per il nuovo ospedale di Chieti. Dopo mesi di silenzio, durante i quali ha subito attacchi durissimi, Maltauro esce allo scoperto e con una lettera denuncia i ritardi da parte della Asl nel procedimento di verifica della fattibilità del project financing, cui dovrebbe seguire il bando di gara europeo per la realizzazione del nuovo nosocomio in sostituzione dell’attuale, secondo i tecnici non sicuro staticamente e sismicamente. Una gara tesa alla realizzazione di una struttura dal costo di circa 225 milioni a totale carico del privato che in cambio ottiene la gestione per 30 anni, nella quale l’Icm, secondo la legge, avrà il diritto di prelazione. La lettera arriva in concomitanza con l’invio, caratterizzato ancora una volta da polemiche con il direttore dell’azienda teatina, Pasquale Flacco, che ha revocato l’incarico al rup Filippo Manci, da parte della Asl alla Presidenza della Giunta, dell’istruttoria sul project financing. Una fase innescata dalla diffida del presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, nei confronti della stessa azienda, accusata di non aver dato risposte per oltre anni, e per questo esautorata dalla gestione della pratica. Ieri il consigliere di Forza Italia Mauro Febbo ha per l’ennesima volta sottolineato la contrarietà all’opera, contro la quale si sono schierati i consiglieri del Movimento 5 Stelle. Nella lettera inviata il 10 maggio scorso si diffida la Asl a completare l’iter “con cortese urgenza”, con contestuale minaccia di azioni legali. L’ad ricorda che la Asl ha già sforato, e di molto, i tempi, visto che la Icm aveva consegnato la proposta di project financing il 19 luglio 2016, e l’amministrazione pubblica, come dice la legge, “avrebbe dovuto esprimere perentoriamente la propria determinazione finale in ordine alla fattibilità entro tre mesi”, ovvero il 17 ottobre 2016. La lettera della Icm è destinata a infiammare ancor di più il clima intorno alla vicenda del project che prevede la realizzazione del nuovo ospedale, strumento scelto per risolvere la problematica dal presidente D’Alfonso e dall’assessore al ramo, Silvio Paolucci. Per la Icm, la Asl ha assunto “una grave e colpevole condotta dilatoria assunta dall’intesta Asl nella gestione della procedura in parola”, facendo l’esempio di certificazioni relative al il diritto al lavoro dei disabili, prima censurate e poi dichiarate regolari. “Un esempio scrive l’ad della Icm che conferma la condotta gravemente illegittima dell’intestata Asl e mostra in tutta la sua evidenza i contorni di un’istruttoria decisamente e colpevolmente superficiale che lascia intravedere una gestione della procedura non improntata ai canoni di imparzialità e trasparenza che debbono sempre informare l’attività della Pubblica Amministrazione”.