L’Aquila. “Nell’ultima seduta consigliare il Presidente del Consiglio regionale, su proposta dei consiglieri di minoranza, ha comunicato che l’elezione del Garante dei detenuti avverrà soltanto dopo che sarà edito un nuovo bando. E’ stato, dunque, accolto l’appello a firma dell’avvocato Salvatore Braghini, del prof. Cifaldi e dell’avv. Di Biase, che avevano denunciato l’illegittimità di procedere alla nomina dopo la modifica legislativa apportata alle legge 35/2011 con cui si è abbassato il quorum necessario per eleggere il Garante, approvata in costanza di una selezione già bandita con le vecchie regole. L’adozione di un nuovo bando, ora, al di là delle intenzioni dei proponenti la correzione alla disciplina elettiva, non farà altro che allungare ulteriormente i tempi di una nomina. E forse, a questo punto, l’elezione, nell’ambito di questa legislatura, è sempre più improbabile, se si pensa che ai tempi per l’indizione di una nuova procedura si aggiungono quelli dettati dalla novella normativa, che prevede, dopo lo scrutinio inutilmente svolto in tre sedute consiliari successive, l’attesa di altri 45 giorni prima di procedere con il quorum della maggioranza assoluta.
Pur comprendendo che politicamente, con la modificazione, si sia voluto superare l’impasse determinatasi, la strada da perseguire doveva essere un’altra: ossia quella del confronto e del voto a oltranza. Pur prescindendo dal riferimento a candidature in odore di ineleggibilità correlata all’applicazione della legge Severino, è del tutto evidente, infatti, che si è giunti al perdurante stallo a causa dell’ostinazione del Presidente della Giunta, che ha la responsabilità di non aver voluto aprire un dialogo con le altre forze rappresentate in Consiglio e di aver blindato la nomina, impedendo di fatto a quest’ultimo di procedere con votazioni successive e ravvicinate al fine di “esplorare” le molteplici e autorevoli candidature a disposizione. Ciò rappresenta un grave errore: l’elezione non può e non deve essere dettata dal Capo dell’Esecutivo regionale, che dovrebbe rispettare le prerogative del Consiglio e di ciascun consigliere, chiamato a vagliare i curricula dei candidati, e di tutti i candidati.
Ancor oggi, rimane questa la cosa più giusta, più democratica e più sensata da fare. Occorre osservare che la previsione della maggioranza qualificata dei 2/3 aveva una sua logica. Ora bisogna augurarsi che sia comunque un’ampia maggioranza ad eleggere il Garante dei detenuti, ben al di là della maggiorana politica di turno, trattandosi di una nomina che necessita di un gradimento trasversale, decisivo per la sua autorevolezza. A questo punto la Regione emani un nuovo bando e pretenda che – diversamente da quanto annunciato in Consiglio – anche chi ha già presentato domanda, ripresenti il suo curriculum aggiornato, atteso il lungo decorso di tempo dall’indizione del primo bando, e D’Alfonso faccia mea culpa, in quanto la vicenda è stata sin troppo mal gestita, essendo mancato, fino ad oggi, quel necessario rigore e senso delle istituzioni che vieppiù in questi casi, in cui è in gioco la tutela dei diritti, fanno la differenza tra la buona e la cattiva politica”. E’ quanto dichiarato dall’avvocato Salvatore Braghini in una nota inviata alla stampa.