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No ai centri commerciali in Abruzzo fino al 2018 per tutelare la piccola distribuzione

Redazione Abruzzo di Redazione Abruzzo
29 Dicembre 2015
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L’Aquila. “Non consentire le richieste di autorizzazione per l’apertura di grandi superfici di vendita fino al 20 maggio 2018. E’ questo il contenuto dell’emendamento presentato dai Consiglieri regionali di Forza Italia, Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri, che punta a modificare quanto stabilito dalla L.R. n. 17 del 12 maggio 2010 “Modifiche alla L.R. n.11 16 luglio 2008 Nuove norme in materia di Commercio e disposizioni per favorire il superamento della crisi nel settore del commercio”. “Si tratta – spiegano Febbo e Sospiri – di un emendamento alla Legge di Stabilità in discussione in Prima Commissione Bilancio che si pone l’obiettivo, così come fatto anche quando eravamo al centro commercialeGoverno di questa Regione, di difendere il tessuto socio-economico regionale. In particolare si vuole dare un sostegno ai piccoli esercenti, che si caratterizzano per numerosi fattori quali la vicinanza e il rapporto personale e di fiducia con il cliente e per queste vanno difese e sostenute, che hanno risentito dell’alta presenza dei centri commerciali in Abruzzo. E’ necessario che le istituzioni diano il loro contributo affinché le piccole realtà commerciali per la somministrazioni di alimenti e bevande non abbassino le saracinesche e soprattutto che tanti commercianti che hanno dedicato una vita alla loro attività non si trovino all’improvviso senza un lavoro”.

“Nel 2016 scadrà il divieto di realizzare nuovi centri commerciali in Abruzzo. Chiediamo che il Consiglio regionale assuma subito una decisione costruttiva e proroghi la moratoria almeno fino al 2018”. Lo chiedono il presidente di Confesercenti Abruzzo Daniele Erasmi e il direttore Enzo Giammarino. “Il commercio abruzzese sta vivendo un piccolo segnale di ripresa dei consumi ancora insufficiente per parlare di una solida inversione di tendenza – dicono Erasmi e Giammarino – e riaprire il bazar dei centri commerciali vorrebbe dire uccidere qualunque ipotesi di rilancio delle economie cittadine, ormai basate quasi esclusivamente sul terziario. Fra l’altro questo avverrebbe nel momento di massima crisi del modello dei centri commerciali, entrati prepotentemente in crisi anche per l’eccesso di autorizzazioni rilasciate in passato in Abruzzo, tanto che la grande distribuzione sta licenziando e mettendo il personale in mobilità. Non c’è spazio nel mercato abruzzese per nuovi centri commerciali: a tutela delle microimprese e dei posti di lavoro attualmente in pericolo, è indispensabile non lasciare alcuna finestra per la presentazione di domande di nuovi centri commerciali frutto della speculazione edilizia e finanziaria. Una nuova moratoria sarebbe anche un messaggio a quei poteri criminali che guardano alle nostre città come possibile sbocco per le attività di riciclaggio di denaro sporco: l’Abruzzo a testa alta deve dire no”. Nel 2015 una nuova indagine di Confesercenti Abruzzo, che in passato ha analizzato la quantità complessiva di grande distribuzione organizzata in Abruzzo (che “scatta” oltre i 2.500 mq), ha verificato le soli superfici di vendita oltre i 20 mila metri quadrati. Secondo questa rilevazione la concentrazione di grandi centri commerciali in Abruzzo non ha eguali in Italia: ogni mille abruzzesi ci sono 205,45 metri quadrati di centri commerciali, a fronte dei 179,6 della Lombardia che è la seconda regione a più alta concentrazione. Le regioni limitrofe viaggiano su numeri decisamente più contenuti: 95,05 mq ogni mille abitanti nelle Marche, 116,49 nel Lazio, 113 in Molise. Fra il 1998 ed il 2014 la grande distribuzione, sempre secondo l’indagine Confesercenti, ha fatto razzia nel settore food: se nel 1998 il mercato della distribuzione alimentare era concentrato per il 68 per cento nelle grandi superfici e per il  32 per cento nelle medie e piccole attività, 14 anni dopo gli iper hanno fagocitato il 90 per cento del mercato.

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