L’Aquila. Lavori di restauro durati ben otto anni per restituire alla città dell’Aquila e alla regione, uno degli esempi massimi del barocco aquilano.
Si presenta così, nel massimo del suo splendore, il settecentesco Palazzo Ardinghelli, dimora dell’omonima famiglia toscana, edificato tra il 1732 ed il 1743 e che dal prossimo 30 ottobre ospiterà la sede abruzzese del museo di arte contemporanea Maxxi e la sua fondazione.
Un progetto reso possibile grazie ai 7,2 milioni di euro donati da governo russo all’indomani del G8 dell’Aquila e al contributo dello Stato italiano per ulteriori tre milioni. Il restauro non è stato semplice ed ha riservato diverse sorprese, con ritrovamenti che sottolineano la stratificazione dell’edificio. Come le pietre di un antico portale, o un dipinto sul soffitto di una delle stanze, probabilmente una camera da letto, che raffigura due putti, o ancora le decorazioni che si intravedono sulle pareti esterne del cortile.
In questa attenzione alla storia del Palazzo, rientra la salvaguardia dell’intonaco lustro originale dello scalone monumentale e quella della pietra della facciata, che restituisce una cromia molto rara.
E, ancora, il restauro di una porzione del pavimento originale a cui sono ispirate le geometrie delle altre pavimentazioni realizzate. “Questa è una giornata densa di significati – ha detto il Sottosegratario al MiBACT Anna Laura Orrico – nella quale arriva un segnale importante all’insegna della cultura, dell’arte, della bellezza: restituiamo perfettamente restaurato a L’Aquila e ai cittadini aquilani un palazzo meraviglioso, uno dei luoghi simbolo della città, duramente colpito dal terremoto”.
Come detto Palazzo Ardinghelli ospiterà la sede aquilana del MAXXI, un presidio culturale e un laboratorio aperto di sperimentazione. Sarà una risorsa preziosa per il territorio, in collaborazione con le istituzioni scientifiche e con gli operatori culturali locali darà un impulso importante nel processo di rinascita e di rilancio della città”.
Alla presentazione delle opere di restauro anche il presidente della Fondazione Maxxi, Giovanna Melandri.
“La riapertura di Palazzo Ardinghelli – ha commentato – mi emoziona e mi rende orgogliosa: è il simbolo di una doppia rinascita, dalle ferite del terremoto e dal tempo sospeso dell’emergenza coronavirus. Ora sta a noi farlo rivivere e, insieme con le amministrazioni, le istituzioni scientifiche e culturali, i centri di studio e ricerca e le associazioni del territorio, ci impegneremo perché le mostre, le iniziative, le attività di MAXXI L’Aquila offrano un contributo alla rigenerazione civile e sociale a lungo attese e alla vivacità culturale propria di questa città”.