Chieti. Si chiamava Ridvan Meizini ed aveva 59 anni.
È lui l’operaio di origine kosovara che ha ottenuto la cittadinanza italiana e che ha perso la vita in tarda mattinata ad Ortona, schiacciato da una grossa impalcatura metallica. L’incidente sul lavoro si è verificato all’interno dell’area del porto. L’operaio, che abitava a Villa Caldari, una frazione di Ortona, e che lascia moglie e quattro figli, si trovava all’interno di un container-magazzino ubicato sulla banchina di riva, nell’area di un cantiere navale dismesso di una ditta di Ortona, e secondo i primi accertamenti era intento a spostare del materiale, quando per cause al vaglio della Guardia Costiera di Ortona, è stato travolto dal crollo della scaffalatura.
E quando sul posto sono arrivati i Vigili del Fuoco per rimuovere l’impalcatura, e il 118 per prestare i soccorsi, per l’uomo non c’era più nulla da fare. All’interno del container, che aveva un’autorizzazione provvisoria, ci sono profilati di metallo e tavole di legno che la società proprietaria dell’ex cantiere dismesso era stata autorizzata a tenere lì. Sul posto è giunto ed ha effettuato la ricognizione cadaverica il medico legale Cristian D’Ovidio dell’università D’Annunzio che nei prossimi giorni eseguirà l’autopsia. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Marika Ponziani che ha disposto il sequestro del container già eseguito dalla Guardia Costiera. La salma dell’operaio è stata rimossa e trasferita a Chieti in vista dell’autopsia.