
Senza Coraluppi, non esisterebbero i moderni Skype, Zoom, Teams e altri. Agli anni Settanta risale la scoperta dell’algoritmo che ha tra l’altro consentito alla Nasa di collegare migliaia di tecnici e ingegneri per pianificare i lanci delle missioni spaziali e senza il quale non sarebbe stato possibile sviluppare i sistemi e le app che oggi siamo abituati ad usare che hanno rivestito un ruolo decisivo durante i lockdown cui ci ha costretti la pandemia. Laureatosi in ingegneria a Milano, Coraluppi inizia a lavorare per Olivetti e Ibm. Negli anni Sessanta si trasferisce con la famiglia negli Stati Uniti, dove inizia il percorso che porterà lo poterà appunto alla scoperta dell’algoritmo della videoconferenza e a numerosi altri brevetti, che due anni fa gli sono valsi l’ingresso nella Hall of Fame della tecnologia spaziale.