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Montagna d’estate. Ecco i dieci comandamenti per effettuare escursioni in tutta sicurezza

Redazione Centrale di Redazione Centrale
22 Giugno 2015
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Pietracamela. Paolo De Luca, accompagnatore di Media Montagna , maestro di Escursionismo e di Sci, detta le regole per effettuare escursioni in sicurezza in virtù dei numerosi incidenti dei giorni scorsi sulle montagne abruzzesi. “Le escursioni  in montagna sono,  senza  dubbio, una delle  più  belle  attività  del  tempo  libero  in  estate, in  quanto  oltre  a  fare  esercizio  fisico, si ha l’occasione   di   conoscere   luoghi  meravigliosi, di  godere  della  natura,  di ambienti incontaminati, il tutto accompagnato da  sano divertimento. Al tempo stesso, però, è un’attività che   richiede  conoscenza,   esperienza,   preparazione,  capacità  di  valutazione,  equipaggiamento  adeguato  nonché   sicurezza  di  passo,  assenza  di  vertigine,  eccellente  condizione psicofisica   e  prudenza, molta   prudenza:   un  approccio  umile  e  rispettoso   è   il  presupposto   per   trascorrere una  giornata   in   totale   sicurezza  e  per  non  incorrere  in  pericoli . Scopriamo  come  evitare  i  pericoli  che  si  nascondono  sui  sentieri  montani.  Con  l’aumentare  degli  escursionisti,  purtroppo cresce anche  il  numero  degli  infortuni  perché  si  ha  l’ingenuità di pensare che  andare  in montagna sia   possibile  a  tutti  senza  preparazione   e   senza   allenamento.  A  volte  si  parla  di  tragiche  fatalità,  ma  nella  maggior  parte  dei  casi  si  tratta  di  superficialità  e  scarsa  preparazione, fisica tecnica e mentale.  Infatti,  molte  tragedie  si  potrebbero  evitare  se  gli  escursionisti   facessero  più  attenzione  alle  indispensabili  misure  di  sicurezza:  non  è  raro  che  si  trovino  in  difficoltà   perché   affrontano  un  sentiero  al  di  sopra  delle  loro  capacità.  Le  statistiche  del  Corpo  Nazionale  Soccorso  Alpino   del  C.A.I.   rivelano  che  il 75%  degli  infortuni   estivi   sulle   vette  sono   causati   non   da   scalate   impervie   ma  da  banali  scivolamenti   sui  pendii.   Per  effettuare  trekking   in  totale  sicurezza  è pertanto importante  non  sottovalutare  le  insidie  che  la  quota  può  nascondere  ai  meno  esperti   e  a  coloro  che  per  la prima  volta  si  accingono  a  vivere  vacanze  in  montagna   all’insegna   della   natura  e  del  relax. Partendo  dalla  mia  esperienza (sono nato  in  montagna,  ed ho acquisito una grande sensibilità nel riconoscere  istintivamente  le  insidie  ed  i  pericoli) , è maturata  l’idea  di  questa   breve  guida  con  alcuni  suggerimenti   da   seguire   per  affrontare  con  la  dovuta  consapevolezza  la  montagna  ed  i  suoi  rischi.DSCN7192

1. Bisogna  tener  presenti   due   concetti   fondamentali:   difficoltà   e  lunghezza   dell’itinerario. Le   escursioni  vanno  pianificate  ed  affrontate   in  condizioni   fisiche   adeguate in  funzione  delle  capacità  tecniche  e dell’ esperienza.

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2. Se  si  hanno  dubbi   sulla  propria  condizione  psicofisica,  è  meglio  chiedere  consigli  ad  un  medico. Questo  perché  a  quote  non  altissime,  la  riduzione  di ossigeno  (ipossia)  può  causare  problemi  anche  seri  (sindrome  da  mal  di  montagna,  cioè  cefalea  e  nausea)  ed  è  importante,   non  tornare mai  distrutti  da  un’escursione: stanchi,  certo,  ma  non  spossati.

3. Prima di intraprendere anche una semplice passeggiata in montagna, è opportuno consultare  i  bollettini  meteo e la guida. Considerando che  il  tempo   in  montagna  può   cambiare  in   pochi   minuti,  come  ad   esempio  accade  sulla  catena  montuosa   del   Gran Sasso  d’Italia  data   la   sua   particolare   vicinanza   ai   due   mari. In caso di temporale e fulmini  non  sostare  in  luoghi  aperti  o  zone  su  cui  si  possono  scaricare, come  sotto  alberi  isolati,  lungo  le  vie  ferrate,   in  prossimità  della  vetta  o  di  una  cresta;   stare  lontani  dai  corsi  d’acqua (anche  perché il  temporale può  provocare  un  aumento  della  portata  dei  fiumi)   e   non  utilizzare  il  telefonino.  In  caso  di  improvviso  maltempo, è importante   subito  cercare  riparo  in  una  grotta  o  meglio  in  un  rifugio  alpino.  Attenzione   alla   nebbia.   Può  formarsi  in  breve  tempo  anche  con  buone  condizioni  climatiche  e  rendere  difficile  l’orientamento.  In  caso  di  nebbia  mai  separarsi   dal  gruppo,  restare  a  portata  di  voce  degli  altri  componenti   e  tornare  a  valle  sempre  uniti, perché   è provato  che  l’essere  umano  si  disorienta  in  mezzo  alla  nebbia  ed  inizia a  girare  attorno  ad  un  cerchio  seguendo  le  impronte  sul  terreno,  senza  sapere  che  sono le sue lasciate al  giro  precedente. Tra  tutte le guide disponibili,  è  da preferire   la  carta  topografica  I.G.M.  (Istituto Geografico Militare) perché  più dettagliata: la  difficoltà  dell’itinerario  è  indicata  con  sigle  convenzionali  (T, E, EE, EEA),  partendo  dal  percorso  più  facile, per arrivare a  quello  più  impegnativo  e  difficile.  Le  linee  rosse  continue  indicano  un  sentiero   facile,   quelle  tratteggiate   segnalano  un  percorso   abbastanza  difficile,  quelle  punteggiate   corrispondono   a   tratti   esposti   che   i   principianti   devono   assolutamente   evitare.

4. E’   preferibile  non  avventurarsi mai  da  soli o rivolgersi  ad  un  professionista  della  montagna,  Guida  Alpina   o   Accompagnatore  di  media  Montagna.

5. Dopo  il  cervello, la scarpa è  l’elemento  più  importante  dell’escursionista. La  calzatura  da  trekking  deve   essere  scelta  con  cura  ed avere  una  suola  flessibile  antiscivolo  (possibilmente  gomma  Vibram)  e  della  misura  giusta.  Basse  e  morbide  con  suole  artigliate  per  le  passeggiate  di  fondo valle,  alte  e  rinforzate  sui  fianchi  per  escursioni,  vie  ferrate  e  ghiaioni. Da  non  sottovalutare  l’importanza  dei calzini: meglio  lana  o  fibra  perché  si  bagnano  meno  e  riducono  l’attrito  con  lo  scarpone;  preferibilmente  fino  all’altezza  del  ginocchio così  riparano  dai  morsi  delle  vipere. Niente cotone   perché   tende   a   bagnarsi  e  a  scaldare  troppo  il  piede:   traspirabilità   per   prima   cosa.

6. Suggerisco un abbigliamento a  strati.  Giacca  a  vento   impermeabile  e  cambio  di  abbigliamento  riposti  nello  zaino  saranno  decisivi.

7. Nello  zaino  non  deve  mai  mancare  una  borraccia  d’acqua  perché  in  montagna  si  perdono  molti liquidi  con conseguente  affaticamento  del  cuore. E’  bene  non scordarsi  che  in  quota  il  sangue  tende  a  divenire  più  denso  a  causa  della  produzione  di  globuli  rossi  da  parte  del  corpo  nel  tentativo  di “catturare”  la  massima  quantità  di  ossigeno  possibile. E’ inoltre importante avere  sempre   gli  occhiali  da  sole  con  protezione  laterale,   la  crema  protettiva  solare, lo  stick  per  le  labbra,  guanti  e  cappello  perché  la  dispersione  termica  avviene  maggiormente   dalla   testa  e  dalle  mani. Non può alla fine mancare l’occorrente  per  le  situazioni  di  emergenza:  bussola,  altimetro,  telo  termico,  lampada  frontale,  10  metri  di  cordino e casco  protettivo, imbracatura,  4  metri  di  cordino da 11mm,  un  moschettone  a  ghiera  di  sicurezza  e  due  da  ferrata ( nel  caso  si  voglia  scegliere  un  sentiero  attrrezzato), kit  di  primo soccorso  (lozione  per  punture  di  insetti,  siringa  aspira  veleno,   acqua  ossigenata  e  garze).   Particolare attenzione merita la scelta del telefonino.  Negli  smartphone,  si   può   scaricare   l’applicazione  “GeoResQ”, un  nuovo  servizio  di  geolocalizzazione. Se  l’escursione  si  protrae  per  più  giorni  aggiungere  un  sacco  lenzuolo  oppure  un  sacco  a  pelo (obbligatorio  nei  rifugi  CAI  di  tutta  Italia)  e  denaro  in contanti  perché  spesso  non  c’è  la  possibilità  di  pagare  con  la  carta  di  credito.  Portare  sempre  con  sé  i  numeri  telefonici  dei  contatti  utili  della  zona  (ad  esempio  quello  dell’albergo ,  dei  rifugi  alpini  presenti  nella  zona  ecc.)

8. Prima di incamminarsi, è importante  comunicare  preventivamente   e   con  precisione   a  parenti  o  amici  la  meta,  l’itinerario  scelto,  l’ora  prevista del  rientro  in  modo  da  dare  la  possibilità  concreta,  in  caso  di  un  eventuale  soccorso,  di  essere  localizzati   il prima  possibile. Una  volta  partiti occorre ricordare di non iniziare  con  un  passo  veloce, seguire  il  resto  gruppo  e  stabilire  punti  di  riferimento  in caso  di  smarrimento, prestare   molta   attenzione    a   non   scivolare e a  non   far   cadere   sassi   su  coloro  che  si  trovano   più  a  valle. Gridare  per   avvertire  del  pericolo.  Se il   sentiero   diventa   impegnativo  utilizzare   mani   e   braccia   per   superare   questi.

9. Non  appena  si  inizia  ad  avvertire   la  stanchezza,   è  consigliabile  fermarsi   per recuperare ideale  una  pausa  di   5-10  minuti  per  ogni  ora  di  camminata   anche  per   abituare   l’organismo  alla  nuova   altitudine  e  alle  quantità   progressivamente  inferiori   di   ossigeno. Fare  uno  spuntino  con  cibi  leggeri  ed  energetici   come  biscotti  integrali,   frutta   secca.  E’  bene  utilizzare  zuccheri  semplici  come  il  fruttosio,  mentre  la  frutta  secca  è  ricca  di  potassio  ed  aiuta  a  prevenire  i  crampi.  Da  evitare  cibi  salati  o  piccanti  perché  inducono  ulteriore  sete.

10. Rientrati  a  casa, dopo  la  doccia,  mai  abbuffarsi  con  cibi  abbondanti,  ricchi  di  grassi  e  con  scarso  valore  nutrizionale.   Per  un  rapido  recupero  fisico  e  per  avvertire  meno  il  senso  di  stanchezza   sono  da   preferire  pasta,  legumi, cereali, frutta & verdura  e  acqua  a  volontà.   Sconsigliabile  nelle  ore   successive   l’escursione   assumere   carne   rossa   perché      facilita  il  processo  di  acidificazione  dei  muscoli,  al  limite  è preferibile scegliere  quella  bianca”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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